La crisi economica non dà tregua alle imprese. Anzi, le uccide. Soltanto nei primi tre mesi del 2013 il saldo tra aperture e chiusure di imprese è negativo per 31mila unità (-0,51%), dato peggiore dal 2004, inizio della serie storica.
A rilevarlo è Unioncamere, secondo cui "a determinare il record negativo sono stati un’ulteriore diminuzione delle iscrizioni rispetto allo stesso periodo del 2012 (118.618 contro 120.278) e l’aumento delle cessazioni (149.696 contro 146.368)".
A pagare il prezzo più caro sono stati, ancora una volta, gli artigiani: "le 21.185 imprese artigiane che nei primi tre mesi sono mancate all’appello rispetto alla fine dell’anno rappresentano, infatti, oltre due terzi (il 67,6%) del saldo negativo complessivo del trimestre". Tra i settori (escludendo l’agricoltura), in termini relativi spiccano i bilanci negativi delle costruzioni (-1,4% corrispondente a 12.507 imprese in meno, quasi tutte artigiane), delle attività manifatturiere (-0,88% pari a 5.342 imprese in meno) e del commercio (-0,59% che in valore assoluto corrisponde ad un saldo di -9.151 unità).
"Era
andata meglio persino nel primo trimestre dell’annus horribilis della crisi, il 2009, quando il bilancio tra aperture e chiusure di imprese era stato negativo per poco più di 30mila unità", ha spiegato Unioncamere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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