Gli industriali Ue: "Più tempo al Pnrr"

Orsini: "Pur essendo più avanti di tutti, un allungo renderebbe il piano più efficace

Gli industriali Ue: "Più tempo al Pnrr"
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Un'alleanza tra industriali per chiedere una scossa all'Unione europea su tanti temi, a partire dalla spesa dei fondi del Next Generation Eu (in Italia declinati nel Pnrr) la cui scadenza dovrebbe essere estesa oltre agosto del 2026. Anche questo prevede la dichiarazione firmata ieri dal presidente della Confindustria italiana, Emanuele Orsini, e da quella spagnola (Ceoe), Antonio Garamendi Lecanda.

«Con la firma di oggi, pur consapevoli che l'Italia è più avanti di tutti nell'attuazione del piano chiediamo insieme alle imprese spagnole un utilizzo più efficace dei fondi e l'allungamento della scadenza del Pnrr, attualmente prevista ad agosto 2026», ha affermato il numero uno di Confindustria Orsini, «La politica ha bisogno di un messaggio chiaro. Non possiamo aspettare troppo tempo». Già perché, sempre secondo Orsini, «la sfida più grande che abbiamo davanti è quella di colmare il gap di competitività dell'Unione europea».

La dichiarazione congiunta è ricca di proposte, che vanno da una politica di coesione che valorizzi gli investimenti in edilizia abitativa, ricerca e innovazione; fino allo stanziamento di nuovi fondi comuni europei per grandi progetti congiunti di investimento tra gli Stati. In agenda anche la riduzione della complessità normativa per le imprese europee, con particolare attenzione agli appalti pubblici e a interventi ridurre il prezzo dell'energia, favorendo l'integrazione del mercato europeo. Su quest'ultimo punto, il presidente di Confindustria sta insistendo parecchio e anche ieri, all'evento per i 50 anni di Unindustria Calabria, ha chiesto al governo iniziative per ridurre «il costo dell'energia, perché è un tema di competitività. Quindi stiamo spingendo con forza il nucleare, che di quarta generazione è sicuro. Ci rendiamo disponibili anche a trovare delle collocazioni per i siti produttivi».

Tornando però al risultato della due giorni di lavori delle associazioni industriali italiana e spagnola, si è messo in evidenza la necessità - per mettere a terra gli 800 miliardi di investimenti aggiunti l'anno del rapporto Mario Draghi - sono necessarie risorse europee comuni, come un nuovo asset di debito comune europeo. In questo contesto, sottolineano gli industriali, «sosteniamo la richiesta di un Fondo per la Competitività che supporti gli sforzi del settore privato nelle transizioni, garantendo al contempo condizioni di parità all'interno del Mercato Unico». Gli obiettivi di investimento, inoltre, «saranno raggiunti solo rafforzando l'Unione Bancaria e approfondendo l'Unione dei Mercati dei Capitali, costruendo la Savings and Investments Union proposta da Enrico Letta nel suo Rapporto».

«È essenziale un dialogo permanente con

le imprese», ha detto Garamendi per sostenere una transizione che non riduca la loro competitività e per approfondire la collaborazione pubblico-privato». Le due associazioni avranno un nuovo bilaterale a Madrid nel 2025.

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