Nuovi segnali di raffreddamento dell'inflazione statunitense. A giugno l'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,1% rispetto al mese precedente - primo calo mensile dal lontano maggio 2020 - mentre la variazione annua è di +3% dal 3,3% precedente. Le attese di consensus erano di un +3,1% annuo. Allo stesso tempo, anche l'inflazione core, che esclude le componenti volatili di prodotti alimentari ed energia, ha subito un rallentamento, scendendo al 3,3% dal 3,4% di maggio.
Si tratta del secondo mese consecutivo con inflazione sotto controllo e questo contribuisce ad aumentare la fiducia della Federal Reserve nel fatto che l'inflazione sia sulla buona strada per raggiungere in modo sostenibile l'obiettivo del 2%. Nei giorni scorsi il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito che serve un concreto sentiero di flessione per le pressioni inflazionistiche prima di procedere a un taglio dei tassi. «Le probabilità di un taglio dei tassi a settembre stanno aumentando e così anche la nostra convinzione che la Fed taglierà i tassi tre volte quest'anno anziché solo due tagli stimati dal mercato», rimarca James Knightley, capo economista internazionale di Ing.
Il consensus degli analisti a questo punto segnala un primo taglio dei tassi di interesse nel meeting di settembre, con la riunione di fine luglio che potrebbe essere propedeutica per la Fed al fine di anticipare l'avvicinarsi del cambio di politica monetaria.La reazione del mercato è stata abbastanza nervosa: dopo iniziali acquisti su azioni e Treasury bond, Wall Street ha virato con decisione al ribasso complici soprattutto i forti cali dei principali titoli tecnologici.
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