Dal primo gennaio 2020 presentare l'Isee per accedere a una data prestazione sociale fa scattare automaticamente una serie di approfonditi controlli sui conti bancari di quei cittadini che hanno richiesto l'indicatore di situazione economica equivalente.
Come sottolinea Il Messaggero, è questa la novità partita in sordina in concomitanza con l'arrivo del nuovo anno. Prima di analizzarne il contenuto, è bene ribadire che il provvedimento in questione era contenuto in una circolare interna dell'Inps (passata in silenzio) riguardante la compilazione della dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) necessaria per l'Isee.
La Dsu adesso potrà avvenire anche in modalità precompilata. E tutto grazie al provvedimento risalente allo scorso agosto e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 4 ottobre 2019. Un passaggio del genere era previsto da una legge del 2017, la quale ne rimandava però l'attuazione; doveva infatti prima essere messo a punto un decreto del ministro del Lavoro, al termine di una consultazione con Inps, Agenzia delle Entrate e Garante per la protezione dei dati personali.
Tornando alla novità, detto in parole poverissime, i soggetti che richiedono un Isee possono ottenere l'accesso a prestazioni sociali di vario tipo, come ad esempio il bonus bebé, il pagamento ridotto delle rette universitarie o il reddito di cittadinanza.
I controlli automatici ai richiedenti Isee
Così facendo, questi cittadini autodichiarano il proprio patrimonio e fanno scattare controlli automatici e mirati da parte del Fisco. Mentre in passato l'incrocio dei dati si limitava a fare luce soltanto sui conti correnti dichiarati dai richiedenti Isee (in particolare confrontandoli con quelli presenti nell'archivio), adesso vengono verificate anche le cifre esatte.
Se c'è una difformità tra i dati forniti dal cittadino e quelli in possesso dell'amministrazione finanziaria, il richiedente Isee potrà in ogni caso richiedere la prestazione fornendo tuttavia una nuova documentazione bancaria per mettersi in regola.
Nel comunicare le indicazioni sulla nuova Dsu alle proprie strutture, l'Inps è stata chiarissima nel richiamare il decreto ministeriale: “A decorrere dal primo gennaio 2020, il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti”. Prima della novità, infatti, il controllo si riferiva “solo alla numerosità dei rapporti finanziari”.
Tre strade
Quindi, nel caso in cui dalla verifica su saldi e giacenze del richiedente Isee dovesse emergere un valore del suo patrimonio familiare incoerente con quello dichiarato, questa discrepanza comparirà tra le annotazioni dell'Isee.
È prevista una franchigia per il patrimonio, variabile dai 6mila euro in su in base alla composizione del nucleo familiare dello stesso richiedente. Dunque, a seconda dei casi, l'annotazione potrà segnalare il superamento della franchigia o il superamento della soglia di 5mila euro dell'importo effettivo rispetto a quanto dichiarato.
Il richiedente, a questo punto, ha di fronte a sé tre strade:
presentare una Dsu rettificata, inoltrare l'Isee fornendo in allegato ulteriore documentazione per dimostrare la propria correttezza oppure chiedere la rettifica al Caf, in caso di errore da parte di quest'ultimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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