Inps, tutti i numeri sulle pensioni

Nel 2018 in Italia c'erano 5,8 milioni di pensionati con meno di 1.000 euro al mese. Lavoro: nel 2019 aumentano i collaboratori, calano i professionisti

Inps, tutti i numeri sulle pensioni

L'Osservatorio Inps ha analizzato la situazione delle pensioni in Italia relativa al 2018, e ha azzardato un confronto con la parima parte del 2019.

C'è un dato che balza subito all'occhio: alla fine dell'anno scorso oltre 16 milioni di pensionati italiani godevano di un assegno medio di poco superiore ai 12 mila euro annui, ovvero circa mille euro al mese. Il 62% restava al di sotto di questa soglia.

Scendendo ulteriormente nei dettagli, le prestazioni del sistema pensionistico erano 22 milioni 785.711, per una spesa totale dello Stato di 293,344 miliardi di euro. Rispetto al 2017, si denota un calo dello 0,1% nel numero di prestazioni, con un conseguente aumento importo annuo del 2,2%.

L'Inps fa poi notare che permangono “forti differenze di genere”, dal momento che le donne, pur rappresentando la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52,5%), percepiscono meno rispetto agli uomini, per una media del 28% in meno. A conti fatti, stiamo parlando di oltre 6 mila euro di differenza: 15.474 euro all'anno è infatti la somma totale delle pensioni femminili mentre 21.450 è il valore complessivo percepito mediamente dagli uomini.

I numeri del 2019

Questo è il quadro del 2018. Nel 2019 lo scenario potrebbe ulteriormente peggiorare, considerando che fin qui si registra un netto arretramento delle pensioni di vecchiaia e un parallelo aumento di quelle di anzianità.

Nei primi nove mesi del 2019, sono state liquidate 373.338 pensioni a fronte delle 533.530 di tutto il 2018. Anche l'importo medio degli assegni è salito, passando a 1168 a fronte dei 1081 di un anno fa.

Per quanto riguarda le statistiche riguardanti il mondo del lavoro, emerge che i lavoratori parasubordinati contribuenti nel 2018 (1.285.490) sia aumentato rispetto al 2017 (1.267.414) ma in calo al confronto con il 2014 (1.523.490).

Si denota un aumento della tipologia dei collaboratori tra il 2017 e il 2018 (+ 2,4%) e un calo dei professionisti (-1,2%) nello stesso lasso di tempo. Le motivazioni principali di queste due tendenze sono da legare alle dinamiche del mercato del lavoro ma anche a “interventi del legislatore”.

La riforma Fornero del 2012 ha colpito in senso restrittivo le collaborazioni a progetto, quindi ecco l'intervento del Jobs Act del 2015 a regolamentare la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai “rapporti di

collaborazione che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali e continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro".

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