Dalle infrastruttura, all'energia, passando per l'auto e l'industria della Difesa, si apre una settimana clou per i tanti titoli di Piazza Affari «esposti» per miliardi al mercato Usa.
L'esito delle elezioni restituirà al mondo il prossimo presidente Usa e le scelte economico-industriali che ne deriveranno potrebbero spostare non poco i destini di molte quotate italiane. Non solo per le reazioni estemporanee dei mercati, ma proprio per le scelte in materia di politica industriale sul fronte dell'energia, delle rinnovabili, del clima, della difesa, delle infrastrutture e del commercio con i dazi.
Tra le società più esposte agli Usa, nel settore delle costruzioni Webuild è attivo nel Paese con la controllata Lane: il Nord America è il terzo mercato più importante per il gruppo guidato da Pietro Salini con gli Stati Uniti che rappresentano il 12% del fatturato totale. Nel Paese operano anche Cementir, che negli Usa realizza il 9% dei ricavi e Buzzi Unicem che macina oltre 800 milioni di ricavi l'anno Oltreoceano.
Passando alla Difesa, Leonardo ha un'importante giro d'affari negli Stati Uniti con la controllata quotata Drs che macina 3 miliardi di dollari di ricavi (2023). D'altra parte agli Usa fa capo il 38% della spesa mondiale nel settore della Difesa, per un valore di 800 miliardi, e le occasioni di business non mancano.
Nel settore energetico troviamo le due big di Stato, Enel ed Eni. La società guidata da Flavio Cattaneo (che in settimana svela i conti dei 9 mesi) opera con la controllata Enel Americas (12 miliardi di dollari di fatturato nel 2023) e con Egp che ha circa 100 impianti tra idroelettrico, eolico, solare e geotermico. Il gruppo di Claudio Descalzi ha un'importante presenza con lo sviluppo e la produzione di idrocarburi e gas naturale, oltre alle rinnovabili di Plenitude. Con Enilive opera poi nella bioraffinazione. Inoltre, la società è partner strategico di Cfs per lo sviluppo della fusione a confinamento magnetico. Attiva nel green Usa anche la Erg della famiglia Garrone in particolare nell'eolico e nel solare. Quanto all'auto Stellantis, che deve al Nord America 86 miliardi di ricavi sui 189 totali del 2023, oggi combatte un duro scontro col sindacato Uaw sugli impianti mentre Trump minaccia dazi al 100% per le case auto che sposteranno la produzione in Messico.
Per il mondo tech e lusso si distingue invece Essilorluxittica che negli Usa fattura quasi la metà del business con 11,6 miliardi sui 25,3 complessivi e che collabora con Meta agli occhiali del futuro. Tra gli altri big che operano al di là dell'Oceano in modo significativo ci sono Amplifon (429,6 milioni di ricavi nell'area America) e Campari per cui gli States sono il primo mercato (46% dei ricavi).
Quanto a Prysmian, il produttore di cavi proprio in questi giorni sta studiando la doppia quotazione a Wall Street: «Abbiamo ha spiegato l'ad Massimo Battaini - un'esposizione significativa in termini di ricavi e un'esposizione ancora maggiore in termini di Ebitda al mercato statunitense». Il fatturato nel 2023 ha toccato i 4,5 miliardi e i margini 675 milioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.