Italo salva il bilancio grazie ai "ristori"

Ntv perde 418 milioni di ricavi ma con 141 di contributi pubblici chiude in utile di 31

Italo salva il bilancio grazie ai "ristori"

Il decreto Rilancio salva i conti di Ntv, la società che gestisce Italo, il treno ad alta velocità concorrente del Frecciarossa. Durante il 2020 l'attività è crollata per effetto del Covid mettendo sotto sforzo i ricavi, la liquidità e, con essi, la prospettiva di restare sul mercato. Invece, anche l'anno peggiore per Ntv si è chiuso in utile: 31,9 milioni, con un calo sì del 79% rispetto ai 151,4 milioni di profitti del 2019, ma comunque in utile.

Ciò è stato possibile grazie al decreto che ha assegnato all'intero settore del trasporto ferroviario una cifra di 1,19 miliardi, dei quali 141 milioni sono toccati a Ntv per compensare in parte il crollo dei ricavi registrato nel periodo marzo-giugno, l'arco del primo lockdown. Va ricordato che in quel periodo i 114 treni giornalieri di Italo si erano ridotti a 2: numeri che spiegano tutto. Senza il contributo statale, la società avrebbe chiuso in rosso per 110 milioni.

L'assemblea svoltasi il 30 aprile ha comunque deciso di tenere l'utile a riserva, così come era stato fatto lo scorso anno per i profitti del 2019. Niente dividendi quindi per Global Infrastructure partners, che dal 2018 è l'azionista di maggioranza, né per il drappello di soci italiani di cui fanno parte Luca di Montezemolo, Flavio Cattaneo, Gianni Punzo, Isabella Seragnoli, Alberto Bombassei, oltre al gruppo Allianz.

Nel bilancio 2020 appena depositato e anticipato ieri on line da Repubblica il contributo statale per 141 milioni è denominato altri ricavi operativi e porta il totale del fatturato a 413,5 milioni; in realtà i ricavi da trasporto sono ammontati a 262,9 milioni, contro i 680,6 del 2019: un calo di 418 milioni, quando i timori - espressi in diverse occasioni dall'ad Gianbattista La Rocca - erano di una contrazione superiore ai 500 milioni. I passeggeri sono scesi da 20,1 milioni a 6,6, l'Ebitda si è più che dimezzato, a 111,8 milioni rispetto ai 262,2 dell'esercizio precedente. I debiti sono cresciuti di 145 milioni, e ora si attestano a 925,8. La situazione di Ntv è stata assistita sostanzialmente da tre benefici sociali: la cassa integrazione, che ha interessato massicciamente i 1.369 dipendenti (erano 1.420 l'anno prima) e che ora riguarda solo il 15% del personale, la riduzione del canone pagato a Rfi, la società proprietaria dell'infrastruttura, e appunto - il contributo governativo a fondo perduto di 141 milioni; quest'ultimo, contabilizzato come abbiamo visto interamente nello scorso esercizio, sarà erogato in 15 annualità e l'intero credito potrà essere scontato, ex codice civile, presso il sistema bancario. Nessu prestito con garanzia Sace è stato invece chiesto da Ntv.

L'anno contrassegnato dal Covid ha visto paradossalmente aumentare la flotta di

Italo, che da 44 treni è salita a 47, con l'arrivo di tre Pendolini Alstom, ovviamente ordinati in precedenza. L'offerta, del resto, è stata in netto calo rispetto al passato: 14,2 milioni di treni-chilometro contro 22,4.

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