Jobs act, un flop da record. E il governo pensa ai voucher

Nel 2016 quasi un milione di licenziamenti. Il premier: "Non riunciamo a regolare il lavoro occasionale e saltuario"

Jobs act, un flop da record. E il governo pensa ai voucher

Finito l'effetto Jobs act: nel 2016 - quando cioè non c'erano più sgravi fiscali per le assunzioni - sono state licenziate quasi un milione di persone (899.053, +5,7% rispetto al 2015), anche se calano del 17,1% le dimissioni (oltre 1,2 milioni).

A dirlo sono i dati del Sistema delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro, riportati da Tgcom24, che ricorda come la riforma "fiore all'occhiello" di Renzi ha introdotto l'obbligo di compilare online le dimissioni, evitando così l'uso di quelle in bianco. "Questo andamento risente ancora degli effetti generati dall'introduzione dello strumento delle dimissioni online (marzo 2016) che ha determinato una ricomposizione delle cause di cessazione", spiega il ministero.

Ma Paolo Gentiloni, a Cernobbio per il forum di Confcommercio, difende a spada tratta la riforma di Renzi: "I dati sul lavoro parlano chiaro", dice, "Considerando gli ultimi tre anni, gli occupati sono cresciuti di oltre 700mila unità: sono cifre che ci incoraggiano e ci spingono a proseguire sulla strada di strumenti innovativi come il Jobs act".

E torna a parlare dei voucher, introdotti con il Jobs act e cancellati con una clamorosa retromarcia prima che ci fosse un referendum ad hoc.

"Noi non abbiamo voluto cancellare soluzioni per il lavoro occasionale ma evitare all'Italia mesi di scontro ideologico e costoso per di più attorno a uno strumento il cui uso era andato oltre gli obiettivi iniziali", ammette il premier, "Risponderemo all'esigenza di una soluzione seria e diversa sul lavoro occasionale e saltuario, non rinunciamo a regolarlo, stiamo già lavorando".

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