«Chiunque dubiti della nostra determinazione farebbe un terribile errore». È una Christine Lagarde risoluta, almeno a parole, quella che ha parlato ieri di fronte alla commissione Economica del Parlamento europeo. La presidente della Bce ha assicurato un pronto intervento al dilatarsi degli spread. Altra musca rispetto alla riunione Bce del 9 giugno: allora non fu altrettanto decisa e infatti è scaturita una tempesta che ha portato lo spread Btp-Bund oltre i 250 punti.
Il direttivo d'emergenza del 15 giugno, che ha annunciato il nuovo scudo anti spread, ha poi spento gli allarmi. Il nemico comune, adesso, è identificato con la parola «frammentazione» finanziaria, il rischio che la nuova politica monetaria possa portare squilibri eccessivi nei rendimenti dei titoli di Stato e quindi nelle economie dell'Eurozona.
Lagarde, adesso, indica la via: stop all'acquisto dei titoli, aumento dei tassi e varo dello strumento anti spread. Per quanto riguarda l'aumento dei tassi, la banchiera centrale ha detto che «se le prospettive di inflazione a medio termine persistono o peggorano, un incremento maggiore sarà appropriato nella riunione di settembre». Insomma, se i prezzi continueranno a galoppare, in autunno ci sarà un ritocco più robusto di quello da 0,25 già previsto per luglio (si parla di mezzo punto). A tal proposito, la presidente della Bce ha detto che l'aumento dei tassi serve anche all'Italia: «Abbiamo individuato un percorso di normalizzazione, del tutto legittimo e necessario, citando il mio collega della Banca d'Italia, Ignazio Visco». Evidenziando tuttavia anche i rischi: «Soprattutto nei Paesi con un'elevata percentuale di mutui a tasso variabile, l'aumento dei tassi di interesse può diventare un onere significativo per le famiglie».
«I lavori» per la creazione di uno scudo anti-spread intanto sono sempre «in corso». Alcune indiscrezioni indicherebbero l'entità dello scudo anti spread in 500 miliardi e dovrebbe arrivare entro il 27 giugno, quando si terrà il Forum della Banca centrale europea di Sintra, in Portogallo.
Si vedrà, ma per il momento i contorni ancora sfumati dello strumento impediscono allo spread tra Btp e Bund di abbassarsi di più: ieri il differenziale di rendimento ha chiuso in lieve rialzo, a 202,5 punti base. Il rendimento del decennale italiano è cresciuto di 12,3 punti, al 3,68%. Piazza Affari però è andata bene, con i bancari in testa.
Ieri nel frattempo è iniziato il collocamento del Btp Italia: i titoli di debito italiani indicizzati all'inflazione hanno raccolto 3,4 miliardi di euro nel primo giorno, contro gli oltre 4 miliardi di due anni fa. Fino a domani saranno sottoscrivibili presso la clientela dei risparmiatori. Giovedì verrà il turno degli istitutuzionali.
Le previsioni della Bce non prevedono una recessione nella zona dell'euro per quest'anno, salvo imprevisti dalla guerra in Ucraina.
L'attività dell'area euro «è frenata dagli elevati costi energetici, dall'intensificarsi delle interruzioni delle catene di approvvigionamento e dalla maggiore incertezza». Anche per questo sullo scudo occorre fare presto.
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