C'è anche Coop, leader della grande distribuzione organizzata in Italia, tra le catene di supermercati finite nel mirino dell'Antitrust per un presunto cartello sui prezzi a danno di fornitori e consumatori. Le altre sono Despar, Il Gigante (tramite la controllata Gartico), Disco Verde e Sigma, tutte facenti parte della supercentrale d'acquisto «Centrale italiana»: l'alleanza tra catene concorrenti nel settore della grande distribuzione creata con l'obiettivo di ottenere risparmi di costo nell'acquisto delle merci. Delle cinque insegne che ieri hanno subito l'ispezione dell'Antitrust e delle Fiamme Gialle, solo Sigma non detiene quote della Centrale, ma vi partecipa in base a un contratto stipulato con Coopitalia, che così si difende: «Centrale Italiana opera nei confronti della grande industria come strumento di riequilibrio del sistema di determinazione delle condizioni di acquisto. Rispetto ai grandi paesi europei il sistema distributivo italiano è molto più frazionato, mentre il rapporto tra grande industria e distribuzione non è certo squilibrato a favore della distribuzione».
Proprio su questa «alleanza» - la maggiore a livello nazionale - però, l'Antitrust ha deciso di puntare il suo faro. «Il potenziale d'acquisto delle parti interessate dall'istruttoria - spiega l'authority - si attesta mediamente intorno al 23% (la soglia di attenzione scatta sopra il 15%, ndr) dei mercati di approvvigionamento: si tratta di un dato che indica un elevato potere di mercato nei confronti dei produttori, rafforzato dalla distribuzione territoriale delle quote di vendita delle imprese aderenti, di gran lunga superiori al 40% in numerosi mercati locali».
Il provvedimento, che dovrà concludersi entro il 28 febbraio 2015, servirà quindi a verificare se «l'alleanza riduca la capacità di competere di produttori efficienti ma contrattualmente più deboli, con effetti negativi, nel medio periodo, sulla varietà e la qualità dei prodotti, sugli sforzi di innovazione e sugli investimenti». Ugualmente, precisa l'Antitrust, «andrà verificato l'impatto, nei mercati a valle, di un eventuale coordinamento delle politiche di vendite o, quanto meno, di una forte riduzione degli incentivi a competere».
Un'intervento «atteso» dal presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, per il quale «per ogni euro speso dai consumatori per l'acquisto di alimenti, oltre la metà (il 60%) va alla distribuzione, il 23% all'industria di trasformazione e solo il 17% per il prodotto agricolo. Sono questi gli ostacoli che impediscono una leale collaborazione all'interno della filiera agroalimentare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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