L'Antitrust mette Slim a dieta e impone la cessione di asset

La società del magnate sudamericano dovrà scendere sotto il 50% di quota di mercato. L'intreccio con Telecom in Brasile

Carlos Slim
Carlos Slim

L'ostracismo del governo messicano nei confronti di America Movil comincia a dare i suoi frutti. Il magnate messicano delle telecomunicazioni Carlos Slim, consapevole dell'imminente entrata in vigore di una severa legge antitrust che potrebbe gravemente penalizzare il suo business nelle tlc, ha deciso di giocare d'anticipo decidendo di cedere alcuni asset. Nel mese scorso, infatti, l'autorità Antitrust del Paese, aveva dichiarato la sua posizione come «dominante». E non a torto, visto che America Movil detiene l'80% della rete fissa messicana, tramite Telmex, nonché il 70% del mercato mobile con Telcel. Insieme, le società hanno, in America Latina, oltre 300 milioni di utenti mobili e circa 100 nel fisso. Che fanno di Slim uno degli uomini più ricchi del pianeta con un patrimonio stimato in 74 miliardi di dollari. Il magnate ha iniziato la sua avventura imprenditoriale proprio in Messico, dove nel 1990 acquisì l'allora monopolio pubblico Telmex. Poi è arrivata l'espansione in altri Paesi sudamericani e anche in Europa. Quanto al Messico, America Movil ha comunicato che venderà alcuni asset, in modo da scendere sotto la quota di mercato del 50% e non essere più considerata in posizione dominante, cosa che le imporrebbe restrizioni. La società si è mossa con anticipo visto che il governo, questa settimana, approverà la legge sulle Tlc, con restrizioni anche per il Grupo Televisa, che controlla il 70% del mercato televisivo del Paese.

Per l'impero di Slim non si tratta di una battuta di arresto, quanto di misure necessarie per espandersi in settori nuovi, come quello tv dove non potrà entrare subito ma, secondo quanto stabilito dall'Antitrust, tra 18 mesi. La società separerà, inoltre, le sue torri wireless dal resto del business. Alcuni asset saranno poi ceduti, anche se non si sa ancora quali.

America Movil è vista come una grande minaccia alla conconcorrenza. Dopo la sua elezione nel 2012, il presidente Enrique Peña Nieto aveva promesso di abbattere questo strapotere per dare una spinta all'economia. Lo ha fatto prima con una serie di iniziative «soft», che tuttavia hanno fatto perdere ad America Movil 17 miliardi di dollari di valore di mercato, ora con una legge più organica.
Nei mesi scorsi si era vociferato di un interesse del magnate messicano anche per Telecom Italia.

Ora, con l'iniezione di denaro che verrà dalla dismissioni ddegli asset messicani, America Movil potrebbe anche prendere in considerazione un'offerta per Tim Brasil dato che in Brasile controlla già Claro, il terzo operatore di telefonia mobile.

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