Il governo va in pressing sul cantiere della rete unica in fibra tra Tim e Open Fiber. «Occorre quanto prima un chiarimento definitivo - ha detto ieri il ministro della Sviluppo Giancarlo Giorgetti - da svolgere con gli azionisti chiamati in causa, sulla realizzabilità della rete unica. Da troppo tempo assistiamo a una situazione di stallo che non giova al Paese in quanto determina sovrapposizioni e duplicazioni degli investimenti effettuati dagli operatori». Il ministro come aveva già fatto il suo predecessore ha poi sottolineato i «notevoli ritardi» per la cablatura della fibra ottica accumulati da chi si è aggiudicato le gare Infratel, ossia Open Fiber. «Questo stallo - ha detto - deve essere superato per garantire a tutti i cittadini l'accesso alla rete ad altissima velocità, e siccome in qualche modo a questo stallo contribuisce anche lo Stato, indirettamente azionista dei soggetti, è responsabilità nostra per fare una proposta rapida». Giorgetti ha fatto riferimento, in particolare, al piano della cablatura delle cosiddette «aree bianche», quelle a fallimento di mercato. I ritardi, ha rilevato, sono «in larga parte attribuibili a difetti di impostazione del piano stesso che probabilmente trascurava i vincoli burocratici che hanno rallentato la realizzazione di alcuni investimenti. Occorre rimuovere al più presto i ritardi e lavorare ad alcune semplificazioni normative». Inoltre, ha spiegato, che la rete unica ha senso se c'è un controllo pubblico per evitare monopoli da parte dei privati. E qui giocherà una parte importante Cdp che è azionista di Open Fiber per ora al 50% ma dovrebbe acquisire un altro 5 o 10% dal fondo Macquarie che sta comperando il 50% in mano a Enel. Cdp inoltre è anche azionista di Tim con il 10 per cento. Vero è che l'operazione rete unica, ossia la fusione della due reti in fibra di Tim e Open Fiber doveva, secondo i piani dell'ad di Tim Luigi Gubitosi (in foto), essere già pronta a marzo. Invece i tempi si stanno dilatando anche a causa del cambio di governo.
Quanto al Golden Power, il ministro ha sottolineato che «c'è la
massima attenzione. Stiamo valutando di estendere l'ambito di applicazione della normativa golden power anche a filiere che allo stato ne sono escluse ma che rivestono un evidente rilievo nell'assetto economico nazionale».
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