Levico, l'acqua del '600 diventa "verde"

Fotovoltaico e CO2 sotto lo zero. Prodotte 28,7 milioni di bottiglie

Levico, l'acqua del '600 diventa "verde"

C'è chi la responsabilità ambientale la dimostra con i fatti. Per Levico Acque, società trentina di acque minerali che sfrutta una fonte la cui storia commerciale risale alla metà dell'800, questo impegno si manifesta tramite una serie di pratiche coerenti. Il tetto dello stabilimento è coperto con pannelli fotovoltaici che garantiscono il 50% del fabbisogno energetico, mentre il restante 50% è energia verde proveniente da centrali idroelettriche della zona, senza emissione di anidride carbonica. La politica di compensazione delle emissioni di Co2 è molto attenta, così che l'azienda toglie dall'ambiente più anidride carbonica di quanta ne produce, al punto che è considerata la prima Climate postitive water al mondo. Rispettoso di ambiente e consumi è il modello di business che si basa sull'utilizzo di bottiglie di vetro, con vuoto a rendere, riutilizzabili fino a 30 volte e riciclabili al 100%; un nuovo impianto permette un risparmio del 70% dell'acqua di lavaggio, acqua che viene a sua volta recuperata e riutilizzata. Un modello di economia circolare e rigenerativa che dà risultati sia all'ambiente sia ai conti. Nel 2020 Levico Acque ha ottenuto la qualifica di società benefit, che indica i valori non solo economici a cui l'attività si ispira: proprio oggi è la giornata mondiale dell'acqua.

Le sorgenti di Levico sono conosciute fin dal XVII secolo e il nucleo storico dello stabilimento di imbottigliamento risale al 1900. La concessione (che scadrà nel 2038) appartiene alla famiglia Franzoni, Mauro Franzoni è il presidente. La famiglia viene dal settore tessile e ha acquistato Levico Acque nel 2005. Nel 2020 ha fatturato 5,1 milioni con 30 dipendenti e una produzione di 28,7 milioni di bottiglie. Il margine lordo è stato di 1,07 milioni (+59% nel triennio 2018-2020). Nei primi nove mesi del 2021 il fatturato è aumentato del 7,3% e il mol dell'11,5% grazie anche all'efficientamento dei processi produttivi. L'azienda è convinta di avere «ulteriori grandi potenzialità reddituali, ancora in buona parte inespresse».

Il prodotto si rivolge a una fascia alta di consumatori, il 70% delle bottiglie vengono consegnate e ritirate a domicilio, solo il 10% arriva nei supermercati, il 20% va a hotel e ristoranti; il 90% viene venduto in Italia, soprattutto nel centro-Nord, il 10% in Germania e Svizzera. L'Italia è tra i primi produttori europei di acque minerali, con oltre 13,5 miliardi di litri annui.

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