Nadef: niente salario minimo, proroga Superbonus

Nell'elenco dei disegni di legge indicati nella nota di aggiornamento al Def non c'è alcun riferimento al salario minimo

Nadef: niente salario minimo, proroga Superbonus

Il governo Draghi ha deciso: nessuno spazio per il salario minimo. Questo, infatti, non rientra nell'elenco dei 20 disegni di legge indicati nella bozza della Nota di aggiornamento al Def approdata in Consiglio dei ministri.

Tra di essi figurano invece la delega per la riforma fiscale, la legge annuale sulla concorrenza, la legge quadro per le disabilità, il ddl di revisione del Testo Unico dell’ordinamento degli enti locali, la delega per la riforma della giustizia tributaria, il ddl di riordino del settore dei giochi, la revisione organica degli incentivi alle imprese e di potenziamento, razionalizzazione, semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno.

Oltre a questi, da ricordare ancora il ddl per lo sviluppo delle filiere e per favorire l’aggregazione tra imprese, il ddl per la revisione del codice della proprietà industriale, il provvedimento per l’aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la delega in materia di spettacolo e il ddl con le misure di attuazione del Patto per la salute 2019-2021 e per il potenziamento dell’assistenza territoriale. Da sottolineare poi nella Nadef la proroga fino al 2023 del Superbonus 110% e la trasformazione dell'assegno unico da misura provvisoria in strutturale.

Le stime

Per il 2021 il governo prevede ottimisticamente una crescita fino al 6%, pertanto la speranza è quella di andare oltre quanto ipotizzato lo scorso aprile. Secondo le stime, inoltre, nel 2022 il Pil potrebbe attestarsi intorno al 4,2%, con una potenziale risalita fino al 4,7% ritenuta raggiungibile dopo le misure che dovrebbero essere attuate a seguito della legge di Bilancio.

L'auspicato miglioramento dei dati di crescita spingerebbe in basso il rapporto tra deficit e Pil e quello tra debito e Pil. Per quanto concerne il primo (nel Documento di Economia e Finanza si parla dell'11,8%) la previsione è quella di un calo progressivo: dalla discesa al 9,4% si potrebbe arrivare al 5,6% nel 2022, al 3,9% nel 2023 ed al 3,3% nel 2024.

Il rapporto debito/Pil potrebbe invece essere caratterizzato da una discesa più graduale: nel Def si parla della speranza di arrivare"dal 153,5 per cento previsto per quest'anno al 146,1 per cento nel 2024".

All'interno del documento, inoltre, vengono fissati anche alcuni obiettivi ritenuti di primaria importanza: "Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell'anno in corso e nel successivo", si legge nel testo. "Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell'efficientamento energetico e dell'innovazione".

Oltre a ciò dovrebbe essere avviata anche la prima fase della tanto attesa riforma dell'Irpef e degli ammortizzatori sociali, e l'attuazione concreta del cosiddetto"assegno unico universale per i figli".

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