Fitch, tre indagati dalla Procura di Trani

Conclusa l'indagine della procura di Trani. Tra i tre indagati David Riley, direttore dei rating sovrani che, questa mattina, ha tirato la volata a Monti per le prossime elezioni

Fitch, tre indagati dalla Procura di Trani

Da più di una settimana l'indagine della procura di Trani contro Fitch, l'agenzia di rating si è conclusa. Gli atti sono stati depositati alla segreteria della procura e consegnate le notifiche ai legali degli indagati.

Il risultato dell'analisi - scrive Il sole 24 ore - è l'accusa, rivolta a due analisti finanziari, David Riley e Alessandro Settepanni, di aver manipolato il mercato azionario e delle merci con giudizi che poi sono risultati falsati. La stessa accusa che è stata mossa anche alle altre altre agenzie principali: Standard & Poor's e Moody's. David Riley è lo stesso analista che questa mattina auspicava il ritorno di Monti al governo alle prossime elezioni, sottolineando come "Una sua eventuale uscita dalla politica sarebbe rischiosa per l'Italia".

La manipolazione messa in atto sarebbe inoltre stata aggravata dal ruolo Fitch, incaricata dal governo di fornire il rating all'emissione, dopo che l'incarico era stato tolto a S&P.

L'indagine sull'agenzia di rating era scaturicata dall'incarico dato dal pm a due consulenti, Donato Mascinadaro e Giovanni Ferri, affinché verificassero in quale contesta erano state prese le decisioni relative al rating italiano. L'ipotesi iniziale del Pm sul profilo di falsità del giudizio dato da Fitch è stata arricchita poi dal risultato della perizia.

I legali, consegnati gli atti, potranno ora consultare la documentazioni di indagine. Nel tempo previsto per legge sarà anche possibile presentare memorie o fare ascoltare in Procura gli accusati. Le posizioni difensive potranno essere delineate fino al 5 ottobre. Adesbef e Federconsumatori hanno già annunciato più volte che saranno parte civile in un eventuale processo. Allo studio una class action.

Il danno stimato per il Paese e il sistema bancario per la diffusione dei giudizi negativi è di 120 miliardi di euro.

Difficile capire a che gioco stia giocando l'agenzia di rating. Non solo infatti falsa i giudizi che è chiamata a dare, creando ingenti danni, ma si pone anche come interlocutore politico, ruolo che non è chiamata ad assumere.

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