Il ministro del Commercio, industria e turismo della Colombia, Sergio Diaz Granados, sta facendo esattamente quello che devono fare i suoi colleghi italiani: gira il mondo per promuovere l'economia del suo Paese, per attirare investimenti e nuovi rapporti commerciali. In due incontri, a Roma (ieri) e a Milano (oggi), ha illustrato quali possono essere i benefici reciproci se le imprese italiane si aprono agli affari con la Colombia. Sullo sfondo c'è poi il trattato di libero scambio con l'Unione europea, che permetterà facilitazioni stabili nei rapporti economici tra l'Europa e il Paese latino americano: "Se ne sta parlando da alcuni anni - spiega Diaz Granados - e molti passaggi autorizzativi sono già stati superati. Contiamo di poter mettere le firme definitive entro la fine dell'anno. Il vantaggio sarà quello di dare maggiore certezza ai rapporti di scambio, con regole fiscali e doganali permanenti nel tempo e non più temporanee, com'è stato finora".
"La Colombia - spiega il ministro - ha un'ottima complementarità con l'Italia. Ci sono settori come le energie rinnovabili, l'alimentare (specialmente il cacao), il tessille, le infrastrutture, nei quali la Colombia ha forti prospettive di sviluppo e l'Italia può apportare esperienza e tecnologie. Noi vogliamo creare le basi per rapporti costruttivi e duraturi, basati sui nostri importanti programmi di investimenti: nelle sole infrastrutture la Colombia prevede di investire 25 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, in autostrade, ferrovie, porti, aeroporti. E' una grandissima opportunità". Già oggi in Colombia sono attivi alcuni colossi italiani: a cominciare da Enel, attraverso la controllata spagnola Endesa, Impregilo, che già è presente in cantieri autostradali di grande portata (la tratta Caribe-Bogotà), ma anche Iveco, il marchio di camion del gruppo Fiat. Nel sistema tessile-abbigliamento esistono delle forme di gemellaggio tra Inexmoda di Medellin, la città più industriale del Paese, e la Camera della Moda di Milano.
"Le imprese italiane hanno bisogno di spazio e di sviluppo: in Colombia lo possono trovare perché è un grande mercato in espansione". Sergio Diaz Grandos annuncia anche di aver concordato con il nostro ministero dello Sviluppo economico una missione di imprese italiane in Colombia per il 4 e il 5 giugno: "Contiamo di dare un nuovo impulso al commercio e agli investimenti italiani". "Inoltre - spiega - la Colombia ha in essere trattati di libero scambio con numerosi Paesi americani, con i quali le relazioni europee non hanno lo stesso status". E fa l'elenco: "Stati Uniti, Brasile, Canada, Argentina, Ecuador, Bolivia. Questo significa che la Colombia può costituire un ponte verso questi Paesi, facilitando i flussi dei commerci".
Quali sono i numeri delle relazioni attuali tra i due Paesi?
"L'interscambio tra Italia e Colombia ammonta a un miliardo all'anno, metà import e metà export. Con l'Unione Europea è di 8 miliardi. Le importazioni della Colombia da tutto il mondo ammontano a 45 miliardi. Vendiamo carbone, petrolio, olio, chimica di base, dall'Italia importiamo soprattutto macchine e prodotti chimici. Trovo che siano ottime le prospettive nel tessile".
Qual è oggi la sicurezza del Paese?
"La sicurezza è la madre di tutte le leggi, come dicevano i romani. Il Paese ormai ha raggiunto ottime condizioni di ordine pubblico, e la lotta al narcotraffico ha dato buoni frutti. La criminalità è scesa ed è inferiore alle medie mondiali. E' anche per questo che sono tornati gli investimenti stranieri, con una dinamica che è quarta nel mondo. In 10 anni gli investimenti stranieri sono stati di 15 miliardi. Il Paese è cresciuto, nello stesso periodo, del 4% all'anno, e nei prossimi 10 si prevede che la crescita del Pil sarà del 6% all'anno".
Quali sono le condizioni generali della vostra economia?
"Abbiamo un deficit del 3% su un Pil di 380 miliardi di dollari, e un debito pubblico del 25%.
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