L'Italia «snobba» 12 miliardi europei

Gli stanziamenti scadranno a dicembre. La pagella dell'Ocse: «Famiglie più indebitate, aumentano i disoccupati»

L'Italia è il quarto contribuente netto del registratore di cassa dell'Unione europea, ma se non trova una soluzione entro fine anno vedrà svanire 12 miliardi di fondi comunitari, perché giacciono inutilizzati. In valore assoluto è il doppio del buco aperto nelle pensioni dallo stop alla riforma Fornero.

A fare i conti sono gli artigiani di Mestre, evidenziando come governo e regioni abbiano finora impiegato 35,4 dei 43,7 miliardi messi a disposizione da Bruxelles (programmazione 2007-2013) e dal cofinanziamento nazionale. In percentuale il 74,8%; per il restante 25,2%, appunto 12 miliardi, la dead line sono i prossimi otto mesi. «Per non perdere 12 miliardi di fondi», ricorda il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, l'Italia dovrà «spenderli e rendicontarli entro fine anno, scadenza che difficilmente» l'Ue prorogherà. Una missione quasi impossibile per Roma, considerando che nel 2013 il conteggio si è fermato a 5,7 miliardi e nel 2014 attorno ai 7,5 miliardi.

Quanto agli assegni staccati dai singoli Paesi a favore del bilancio Ue, nel 2007-2013 l'Italia ha versato 109,7 miliardi e ne ha ricevuti 71,8. Per un saldo negativo, nel rapporto dare/avere, di 37,8 miliardi. Più «generosi» di Roma solo Berlino (83,5 miliardi di differenza netta), Londra (48,8 miliardi) e Parigi (46,5 miliardi). Se il parametro diventa il dato pro-capite, sono però i Paesi nordici a versare di più, mentre l'Italia scivola all'undicesimo posto, con uno sforzo per residente di 623 euro. Il primo in graduatoria diventa infatti il Belgio (1.714 euro), quindi Paesi Bassi (1.569 euro), Danimarca (1.346 euro), Svezia (1.195 euro), Germania (1.034 euro), Lussemburgo (997 euro), Regno Unito (759 euro), Francia (707 euro), Finlandia (689 euro), Austria (674 euro), Italia (623 euro) e Cipro (197 euro). Gli altri 17 Paesi sono invece percettori netti: un cittadino spagnolo ha ricevuto da Bruxelles 355 euro, un polacco 1.522, un portoghese 2.100 e un greco 2.960 euro.

La lentezzanell'utilizzo dei fondi Ue non è tuttavia l'unico primato negativo della Penisola. Fotografata dall'Ocse al quarto posto per disoccupati da oltre un anno; nel 2013 hanno fatto peggio solamente Slovacchia, Grecia e Irlanda.

Così come il debito delle famiglie è balzato al 94,2% del reddito disponibile (60% nel 2000) e d è crollato il risparmio (3,6%). Pesanti le tasse: il gettito fiscale del 2011 è stato di 950 miliardi di dollari, contro una media Ocse pari a 400 miliardi.

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