Uno spettro si aggira per l'Italia, quello dell'inflazione. Vera e propria spada di Damocle sulla crescita e i risparmi, è qui per restare e in autunno, secondo le stime più autorevoli, potrebbe con ognni probabilità consolidarsi.
Dalla spesa alimentare al mantenimento della scuola per i figli, dal ritorno dei rincari sul carburante al sempre più preoccupante nodo bollette il rientro dalle ferie si preannuncia amaro e salato per gli italiani che dovranno fare i conti con la salita dei prezzi. Secondo il Codacons è in arrivo una vera e propria "stangata d'autunno", dato che ogni famiglia tra settembre e novembre si ritroverà a spendere 711 euro in più rispetto all'analogo periodo del 2021.
Lo "tsunami" dell'inflazione
La colpevole sarà sempre lei, la pressante e dannosa inflazione. In questi mesi l’inflazione è stata la peggiore nemesi della crescita economica delle principali nazioni occidentali, il freno al grande rimbalzo post-Covid sulla scia del quale molti, in Italia e in Europa, erano arrivati a vagheggiare un nuovo boom economico. Miracolo della statistica non corrisposto della realtà, dato che a volare è stata proprio soprattutto l'inflazione, rincaratasi tra la seconda metà del 2021 e l'inizio del 2022 per poi accelerare con forza, arrivando a livelli che non si vedevano da decenni. La causa? Innanzitutto, la tempesta perfetta dell’energia, a partire dalla crisi del gas per arrivare al preoccupante choc dei mercati elettrici. In secondo luogo, la crisi delle catene del valore, la svolta delle banche centrali e le incertezze politiche mondiali hanno aumentato il caos sistemico, contribuendo a portare con maggior forza sui sistemi più avanzati i rischi di una nuova crisi.
In Europa, l’inflazione è stata trainata dalla tempesta energetica e dalla dipendenza del Vecchio Continente. Ma il peggio, forse, deve ancora arrivare. Ad agosto il dato italiano era ai massimi dal 1985: 8,4%. In Europa, si assestava al 9,1%. In autunno c'è da aspettarsi un ulteriore peggioramento. Il primo indizio sta nel fatto che l'inflazione settoriale dei beni di largo consumo e della grande distribuzione organizzata sia arrivata al 9,4%, un punto sopra la media nazionale.
Il carrello della spesa costa sempre di più
E la situazione si fa più preoccupante se pensiamo che a partire da settembre la grande distribuzione organizzata inizierà a scaricare sui consumatori finali l'inflazione tenuta in pancia per mesi sotto forma di aumenti energetici e di spesa gestionale. Lo stesso vale per i settori della ristorazione e del turismo, che principalmente a causa delle bollette e dei costi di gestione ormai non più sostenibili rischiano di andare in sofferenza. Uno scenario che, in assenza di nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese nei prossimi mesi.
°La distribuzione moderna, pur non rientrando nella classificazione dei settori energivori, ha consumi per oltre 12,2 TWh, su cui impattano principalmente la gestione della catena del freddo e dei banchi refrigerati", fa notare il portale di settore Italia a Tavola. "Le aziende della distribuzione stanno registrando incrementi del costo delle bollette del +200%/+300% e il peso del "costo dell’energia sul conto economico delle imprese del settore sta subendo un incremento significativo, passando dall’1-1,5% del 2021 al 3-4%, con punte fino al 6%. Con utili medi che il settore registra tra 0,5/1,5% è evidente che molte imprese sono fortemente a rischio di tenuta dei conti economici".
A luglio in una conversazione con Affari&Finanza l’ad di Coop Alleanza 3.0 Mario Cifiello, aveva lasciato presagire un'inflazione generale al 10% per lo sdoganamento di questi processi nei mesi finali dell'anno. E di fronte a tali prospettive non si può nemmeno immaginare cosa potrebbe succedere ai redditi degli italiani e soprattutto alle famiglie più povere se l’Europa dovrà trovarsi in situazioni di vera e propria “economia di guerra” sul fronte degli approvvigionamenti.In Italia nei mesi scorsi la povertà assoluta è giunta ai massimi storici (5,5 milioni di persone nel 2021) così come i dati sul lavoro precario e dunque più a rischio, menntre i salari stagnano da trent’anni. In questo contesto è chiaro che partendo proprio dalla sfida della quotidianità l’inflazione eroda e distrugga prospettive economiche e opportunità.
Sull'inflazione la "bomba" dell'energia
C'è poi da aggiungere a questo dato di fatto, come ricorda Avvenire, l'incognita bollette: "Ad ottobre Arera procederà all'aggiornamento periodico delle tariffe di luce e gas, e già da settimane si annunciano maxi-rincari causati dal forte rialzo delle quotazioni internazionali dell'energia" che potranno colpire anche le bollette private degli italiani. Ipotizzando "uno scenario ottimistico caratterizzato da un incremento delle tariffe ad ottobre del +15% per la luce e del +20% per il gas, per il Codacons la stangata complessiva sulla spesa energetica raggiungerebbe nel 2022 quota +965 euro a famiglia (+380 euro la luce, +585 euro il gas) rispetto alla spesa sostenuta per le medesime forniture nel 2021".
A questo si aggiunge il caos sui carburanti. Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, hanno nella giornata del 31 agosto firmato il decreto interministeriale che ha prorogato sino al 5 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti tagliando 30 centesimi di accise a benzina, diesel e metano. Per dopo, le prospettive sono incerte, anche perché la fine della misura cadrà nel pieno della fase post-elettorale e dell'insediamento del nuovo Parlamento.
Pare caduta, oggi più che mai, qualsiasi giustificazione capace di frenare un intervento governativo.
Il fatto che il governo Draghi sia dimissionario non giustifica l'assenza di interventi nella situazione odierna in cui ogni settimana e ogni giorno può essere decisivo per curare un'economia sempre più strutturalmente cagionevole. E che per l'inflazione può subire contraccolpi devastanti destinati a abbattersi sulle fasce più fragili della popolazione.
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