Arriva la stretta: così il Fisco incrocerà i dati di carte, Pos e scontrini

Il Fisco potrà incrociare i dati dei pagamenti effettuati con il Pos con quelli dei registratori di cassa: ecco come funziona

Arriva la stretta: così il Fisco incrocerà i dati di carte, Pos e scontrini

Dal prossimo 30 giugno, come avevamo già scritto sul Giornale.it, scatteranno le multe per quegli esercenti che rifiuteranno pagamenti elettronici con bancomat e carte di credito. Il Pos diventerà l'elemento principale nella lotta all'evasione fiscale anche perché, oltre alla nuova misura, tutti gli incassi giornalieri saranno trasmessi direttamente all’Agenzia delle Entrate. In questo modo, il Fisco sarà in grado di incrociare i dati con quelli dei registratori di cassa e procedere a tutte le verifiche del caso se gli scontrini battuti saranno inferiori agli incassi con pagamenti in bancomat o carte di credito.

Qual è l'obiettivo

Tempi sempre più duri, a questo punto, per i "furbetti": la novità è contenuta nel Pnrr che il governo ha appena approvato nuovamente. In questo modo, tutte le anomalie sulla mancata emissione di scontrini se il pagamento avviene in contanti potranno emergere molto più facilmente che nel passato proprio perché si "incroceranno" i dati. Come ricorda il Corriere, era uno degli obiettivi indicati nel documento trasmesso dal ministero dell’Economia alla Commissione Ue a fine 2021 per mettere in campo le azioni che contrastano l'evasione. E poi, la Guardia di Finanza sarà a lavoro anche per scovare tutti i fenomeni del riciclaggio, rilevati con eventuali incongruenze di pochi scontrini battuti se gli importi sono molto elevati. Il Fisco assicurà che tutto avverrà comunque rispettando la privacy "perché non saranno indicati gli estremi degli utenti in un’ottica di non rendere visibili preferenze e tipologie di spese".

Le multe

Per la mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento si applicherà la sanzione amministrativa di 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento. In un primo momento, però, la misura sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1° gennaio 2023 ma il governo ha deciso di anticipare di sei mesi sulla "stretta". Come spiega IlSole24Ore, il Fisco chiederà l’invio obbligatorio di tutti le transazioni avvenute con moneta digitale. Come detto, in questa maniera si punta a stanare l’evasione più difficile, cioé quella realizzata senza emettere scontrini, fatture e ricevute. Ma perché si parla di "doppia sanzione"? Come accennato prima, alle 30 euro di default verrà aumentato il 4% "del valore del prodotto o del servizio acquistato". Come ricorda il Corriere, la stessa norma, infatti, era già stata inserita nel decreto fiscale collegato alla Manovra del 2020 ma era stata "stralciata" durante l’iter parlamentare che l'avrebbe poi portata, o meno, all'approvazione.

Come dotarsi di Pos

Ma come si fa a ottenere il dispositivo? Di solito è la banca a fornire il terminale che consente di ricevere i pagamenti effettuati tramite moneta elettronica, altrimenti è possibile rivolgersi a tante società specializzate reperibili anche online. Per l'attivazione, nel caso in cui un esercente non sia cliente dell'istituto bancario, è necessario mostrare alcuni documenti come l'attribuzione della partita Iva e i dati finanziari sull'attività. Si potrà poi decidere se acquistare, oppure noleggiare il Pos.

Le offerte sono numerose ed i prezzi molto vari, dipende dal tipo di dispositivo: terminale fisso per la cassa, Pos multifunzionale e smart Pos per il pagamento tramite smartphone o Qr. Un esercente può comunque decidere di noleggiare il Pos, pagando un costo di attivazione ed un canone mensile o annuale.

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