Lotteria degli scontrini, il rischio della delazione fiscale

I clienti potranno segnalare alle autorità fiscali gli esercenti che non rilasceranno loro il codice per partecipare alla lotteria degli scontrini. Ma la disposizione rischia di essere una vera e propria delazione fiscale

Lotteria degli scontrini, il rischio della delazione fiscale

A partire dal primo luglio 2020, nel caso in cui un esercente dovesse rifiutarsi di inserire il codice lotteria del cliente nello scontrino fiscale, quest'ultimo avrà il pieno diritto di segnalarlo telematicamente al fisco, facendolo così diventare un "contribuente fiscalmente a rischio".

È questo, come sottolinea il quotidiano Italia Oggi, il cuore della disposizione contenuta nella lettera c) comma uno dell'articolo 20 del decreto legge n.124 del 2019; un comma inserito durante i lavori di conversione del collegato fiscale della manovra 2020.

In altre parole, accanto alla lotteria degli scontrini verrà abbinata anche la cosiddetta delazione fiscale.

Inizialmente era prevista una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per quei commercianti che impedivano ai clienti la partecipazione alla lotteria. Adesso cambia tutto, perché la disposizione prevede che “nel caso in cui l' esercente al momento dell' acquisto rifiuti di acquisire il codice lotteria, il consumatore può segnalare tale circostanza nella sezione dedicata del portale Lotteria del sito internet dell'Agenzia delle entrate”.

Va da sé che le varie segnalazioni saranno utilizzate dall'Agenzia delle entrate e dal Corpo della guardia di finanza “nell'ambito delle attività di analisi del rischio di evasione”.

Detto altrimenti, qualora un cliente dovesse segnalare un esercente in merito alla lotteria degli scontrini, questo episodio costituirà a tutti gli effetti un precedente fiscale negativo per lo stesso esercente. Tra le conseguenze troviamo l'abbassamento del suo rating fiscale e la sua esposizione al rischio di un controllo da parte delle autorità fiscali.

Una disposizione che non convince

Una disposizione del genere presenta però almeno due criticità. La prima: l'esercente, “pur essendosi rifiutato di inserire il codice lotteria del cliente nella certificazione fiscale” non ha evaso alcuna imposta. Lo scontrino risulta emesso, dunque non risulteranno problemi né per quanto riguarda l'Iva né per le imposte dirette; l'importo della prestazione ricorrerà regolarmente al volume d'affari del titolare dell'esercizio commerciale.

Se quanto detto è vero, additare come potenziale evasore fiscale un commerciante solo per la lotteria degli scontrini appare quanto mai eccessivo. Si tratta del mancato inserimento di un codice alfanumerico in uno scontrino fiscale, non certo di un'evasione.

Anche perché il commerciante potrebbe non aver inserito il codice per vari motivi logistici, come ad esempio per la necessità di velocizzare le operazioni di pagamento in condizioni di affollamento del negozio.

C'è poi un'altra criticità: i potenziali clienti delusi si ritrovano in mano un enorme potere. Questi possono infatti segnalare al Fisco il comportamento scorretto di un esercente in separata sede, anche di nascosto e all'insaputa del titolare. In assenza di oneri probatori e paletti, c'è il rischio che la disposizione possa scatenare una delazione fiscale.



Detto altrimenti: potrebbero partire segnalazioni a tappeto (d'altronde basta connettersi al portale e fare la segnalazione) anche nel caso in cui il cliente non abbia richiesto la partecipazione alla lotteria ma sia mosso solo da invidia o concorrenza.

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