Lvmh farà (finalmente) colazione da Tiffany. Sarà stata la minaccia di una causa miliardaria o l'ambizione di mettere in portafoglio un marchio iconico, ma alla fine il supergruppo del lusso guidato da Bernard Arnault acquisirà il celebre brand di gioielli per 14,7 miliardi, pari a 131,5 dollari per azione, meno dei 135 dollari inizialmente pattuiti. Il prezzo valorizza l'intera Tiffany 15,9 miliardi, poco sopra la sua attuale capitalizzazione di Borsa, 15,77 miliardi. La prima versione dell'accordo valorizzava il gruppo circa 16,3 miliardi. L'operazione sembrava sfumata anche a causa del clima di incertezza causata dalla pandemia. Alla luce della situazione infatti Lvmh aveva detto di non essere nella posizione per portare avanti l'acquisizione citando anche una lettera del governo francese che chiedeva di posticipare l'operazione oltre il 6 gennaio 2021, a fronte delle minacce da parte degli Stati Uniti di tassare i beni francesi. Una posizione che Tiffany non ha digerito, dichiarandosi pronta a citare in giudizio i francesi.
Ora Lvmh acquisirà Tiffany con uno sconto di circa 400 milioni sul prezzo iniziale di offerta. Altri termini chiave dell'accordo di fusione rimangono invece invariati e i due gruppi hanno concordato di risolvere le controversie pendenti presso la Delaware Chancery Court. «Siamo molto lieti di aver raggiunto un accordo con Lvmh a un prezzo interessante e di poter ora procedere con la fusione. Il consiglio ha concluso che era nel migliore interesse di tutti i nostri stakeholder ottenere la certezza della chiusura», ha detto Roger Farah, presidente di Tiffany.
«Questo accordo consente a Lvmh di lavorare sull'acquisizione di Tiffany con fiducia», ha sottolineato Bernard Arnault, ad di Lvmh. La fusione è attesa a inizio 2021. Non c'è dubbio comunque che il settore della moda e del lusso è per l'Europa quello che per Usa e Cina rappresenta la tecnologia. Infatti, nonostante i problemi causati dalla pandemia da inizio anno, il settore del lusso europeo è comunque in crescita del 2% per ricavi aggregati.
E non c'è dubbio che Lvmh è la regina di questo settore grazie ai suoi 75 marchi che danno lavoro a 145mila persone nel mondo e che hanno fatto di Arnault l'uomo più ricco d'Europa con un patrimonio personale di oltre 100 miliardi di dollari. Del portafoglio del gruppo fanno parte: Dior, Bulgari, Dkny, Fendi, Cèline, Guerlain, Givenchy, Kenzo, Loro Piana e Louis Vuitton. Un impero che spazia dalle borse all'abbigliamento, dai gioielli alle catene di retail, dalla cosmetica agli alcolici. Come gli champagne Moët & Chandon, Krug e Veuve Clicquot.
Ma c'è anche l'editoria (Les Èchos, Le Parisien, Radio Classique). E gli alberghi della catena Cheval Blanc. Ma anche l'Hotel Cipriani a Venezia, lo Splendido a Portofino, il Caruso di Amalfi, il Copacabana Palace a Rio e il «21 Club» a New York.
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