Il fisco potrà mettere le mani sui nostri dati bancari per combattere l'evasione dell'Iva sui prodotti venduti sul web e individuare eventuali frodi online.
È questo il cuore dell'accordo approvato ieri dall'Ecofin, il Consiglio Economia e finanza che riunisce i ministri dell'Economia dei Paesi membri dell'Unione Europea. L'obiettivo del nuovo regolamento, secondo quanto riportato dal quotidiano Italia Oggi, è quello di agevolare lo scambio dei dati inerenti ai pagamenti transfrontalieri tra gli stessi Stati membri, così da scoprire più facilmente le possibili truffe insite nelle operazioni virtuali. In altre parole, i dati delle carte di credito e gli estratti conto potranno essere setacciati dal fisco a caccia di eventuali furbetti.
I vari Stati hanno adesso il via libera per raccogliere "in modo armonizzato" i dati "messi a disposizione dai prestatori di servizi di pagamento", cioè le banche o gli istituti delle carte di credito. Tutte le informazioni sui pagamenti finiranno dritte in un grande calderone – ovvro in un sistema elettronico centrale - che provvederà ad archiviarle per un periodo di cinque anni. Le autorità fiscali dei singoli Stati potranno quindi elaborarle quando e se lo riterranno opprtuno per scovare ipotetiche truffe e punire gli evasori dell'Iva.
Un nuovo strumento per combattere l'evasione Iva
I dati che i prestatori di servizi a pagamento dovranno fornire alle autorità degli Stati membri sono l'Iban, il numero Iva, l'indirizzo, il codice Bic, il nome della società venditrice, insomma quello che potrebbe servire agli specialisti antifrode sui pagamenti riguardanti le "vendite transfrontaliere". Ricordiamo che con questo termine ci si riferisce a un pagamento durante il quale il pagatore si trova in un certo Paese dell'Ue mentre il venditore in un altro Paese membro o in uno Stato terzo. Chi sgarra e non rispetta gli obblighi in materia di Iva verrà subito identificato e punito.
Un'importante puntualizzazione da fare è che l'obbligo si applica solo se, nel corso di un trimestre, un prestatore di servizi di pagamento fornisce all'indirizzo dello stesso beneficiario i suoi servizi per più di 25 pagamenti transfrontalieri. In quel caso, dovrà fornire alle autorità i dati sopra citati.
L'idea di fondo è quindi quella di mettere all'angolo i prestatori di servizi di pagamento, carpire da loro i dati bancari di
chi effettua operazioni online oltre un certo numero e punire gli evasori. Le nuove norme aspettano solo di essere confermate dal Parlamento europeo per entrare così in vigore a partire dal gennaio 2024.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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