Marchionne rassicura Monti: "La Fiat resta in Italia"

Oltre cinque ore di riunione a Palazzo Chigi. L'ad del Lingotto: "Privilegiare l'export". E sugli investimenti: "Solo con la ripresa". L'esecutivo loda lo sforzo "per uscire dalla crisi"

Marchionne rassicura Monti: "La Fiat resta in Italia"

Oltre cinque ore per mettere a punto le sorti del progetto "Fabbrica Italia". Oltre cinque ore per rassicurare l'esecutivo sulla presenza della Fiat in Italia. Oltre cinque ore per mettere nero su bianco che, appena il mercato automobilistico riprenderà a crescere, il gruppo di Torino tornerà a investire nel Belpaese. Termina così il vertice fiume a Palazzo Chigi fra il presidente del Consiglio Mario Monti e l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne. Da questo incontro, fortemente voluto dal premier dopo le dichiarazioni di Marchionne sulle future mosse del Lingotto in Italia, per chiarire se la Fiat manterrà gli impegni presi col governo.

Alla fine di cinque lunghe ore è arrivato un comunicato congiunto in cui la Fiat ribadisce di voler salvaguardare la propria presenza sul mercato italiano grazie all'export negli Stati Uniti e in altre aree extra europee. Come aveva anticipato Marchionne nei giorni scorsi, la casa torinese sosterrà le difficoltà dell'Eurozona con gli utili prodotti nei "nuovi" mercati. Tuttavia, dopo aver abbandonato il piano "Fabbrica Italia" che prevedeva un maxi investimento da 20 miliardi di euro in Italia, la Fiat si riserva di investire "nei nuovi prodotti al momento più idoneo", quando cioè il mercato automobilistico del Vecchio Continente sarà finalmente uscito dalla recessione. Nel frattempo il Lingotto continuerà a sviluppare un modello di export teso a incrementare la capacità degli impianti italiani. Proprio per sostenere questo piano, diventerà centrale (se non fondamentale) la creazione di un gruppo di lavoro al dicastero dello Sviluppo Economico per "individuare gli strumenti per rafforzare ulteriormente le strategie di export del settore automotive".

Durante il vertice a Palazzo Chigi Marchionne, che ha incontrato Monti e Passera insieme a John Elkann, ha ribadito che, nel corso degli ultimi tre anni, la Fiat ha investito 5 miliardi di euro in Italia. Tuttavia, almeno per il momento, non ci saranno altro investimenti. Al tempo stesso Marchionne non ha nemmeno chiesto aiuti al governo, ma "un sostegno per la produttività e una maggiore competitività". Secondo l'ad del Lingotto, l’azione del governo Monti "ha giovato alla credibilità dell'Italia e ha posto le premesse, attraverso le riforme strutturali, per il miglioramento della competitività, oltre che per un cambiamento di mentalità idoneo a favorire la crescita". Insomma, dal vertice fiume di qusta sera, i rapporti tra il governo e i vertici del Lingotto sembrano tornare saldi, anche grazie alla rassicurazione di Marchionne sulla centralità dell'Italia per il futuro del gruppo torinese.

"La Fiat - si legge nel comunicato diffuso al termine dell'incontro - ha manifestato piena disponibilità a valorizzare le competenze e le professionalità peculiari delle proprie strutture italiane, quali ad esempio l’attività di ricerca e innovazione".

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