Mediobanca, le curiose reticenze di Nagel sull'esposto alla Bce

Il collegio sindacale avrebbe chiesto chiarimenti che non sarebbero mai giunti. L'istituto: "No comment"

Mediobanca, le curiose reticenze di Nagel sull'esposto alla Bce
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Decisamente per Alberto Nagel (foto), amministratore delegato di Mediobanca da quasi 18 anni, non è un buon momento. Non bastava la scalata organizzata da Banca Mps contro l'istituto milanese con un dispiego di forze decisamente inusitato; non bastava il contestuale accerchiamento partecipato da mezzo sistema finanziario in funzione di una nuova governance alla guida delle Generali; ora il dominus di Piazzetta Cuccia si trova a dover dirimere una questione interna, di gran lunga meno importante ma in tema di immagine non meno insidiosa, che probabilmente aveva sottovalutato. La questione è il suo rapporto con il collegio sindacale, che di recente gli avrebbe contestato atteggiamenti omissivi non degni di chi è alla guida di una banca.

Il fatto. Come si ricorderà, a cavallo tra marzo e aprile le pagine economiche dei quotidiani hanno dato notizia di un esposto incrociato tra Mediobanca e Generali inviato alle diverse Vigilanze (Consob, Ivass e Banca centrale europea) sull'ipotesi di un concerto tra gli azionisti Caltagirone e Delfin nelle partita che non riguarda solo il Leone, ma coinvolge a monte anche Mediobanca e l'istituto senese. Subito dopo la Bce avrebbe acceso un faro - su sollecitazione appunto di Mediobanca - sulle eventuali relazione tra Caltagirone e Delfin quali azionisti rilevanti di Mediobanca stessa, in considerazione del fatto che la holding degli eredi Del Vecchio ne possiede il 20% circa e l'imprenditore-editore capitolino il 9 per cento. Su quegli esposti si è strologato sia a destra sia a manca, non senza aver rilevato - il Giornale tra i primi - il concerto di fatto tra Mediobanca e Generali, visto che si sono mosse all'unisono sullo stesso argomento e nelle stesse ore. Difficile pensare che si tratti di pura coincidenza. Naturalmente di prove del concerto Caltagirone-Delfin suggerito dagli esposti nemmeno l'ombra. Tanto è vero che al momento nessuna delle tre vigilanze sollecitate ha mosso un dito per fermare alcunchè.

La denuncia alla Bce da parte di Nagel avrebbe però suscitato l'interesse del collegio sindacale di Mediobanca. Che, come suo precipuo compito, avrebbe chiesto al banchiere di poter visionare i contenuti dell'esposto. Per motivi che si ignorano, sull'esibire il documento Nagel avrebbe tergiversato senza dare una spiegazione esauriente, creando in tal modo un certo imbarazzo al presidente del collegio.

Allo stato non è dato sapere come stiano oggi le cose, anche perchè a precisa domanda del Giornale inviata al portavoce dell'istituto e finalizzata a chiarire l'episodio, a ieri sera non era giunta alcuna risposta, se non un laconico «no comment».

Ora, di sicuro non sarà questo

episodio, sempre che sia avvenuto nelle modalità che ci sono state descritte, a indirizzare il voto degli azionisti delle Generali convocati in assemblea domani. Resta comunque una puntata curiosa meritevole di chiarimento.

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