Mediobanca, il patto non apre il dossier di Banca Generali

La possibile acquisizione resta fuori dalla riunione dei grandi soci. E sul piano di Mps arriva l'ok della Ue

Mediobanca, il patto non apre il dossier di Banca Generali

Solo ordinaria amministrazione, non una parola sulla possibile acquisizione di Banca Generali. L'argomento, contrariamente a quanto era trapelato da alcune indiscrezioni, è rimasto fuori da quelli trattati dall'accordo di consultazione di Mediobanca che nella riunione di ieri invece è rimasto focalizzato sul bilancio, che dovrà essere approvato dall'assemblea del 28 ottobre. Il patto di Piazzetta Cuccia, forse, ha ritenuto di non toccare l'argomento ora, soprattutto dopo che nei giorni scorsi erano trapelate alcune perplessità circa l'operazione da parte di alcuni grandi soci delle Generali. Più propensi, nel caso in cui l'ad del Leone Philippe Donnet decidesse di cedere Banca Generali, a organizzare un'asta competitiva.

Dalla riunione dei grandi soci di Piazzetta Cuccia - che rappresentano quasi il 10,9% del capitale - è servita a nominare il comitato interno all'accordo parasociale con compiti organizzativi: vi faranno parte Angelo Casò, Massimo Doris e Alberto Pecci.

Ieri a mezzanotte scadevano i termini per eventuali aggiornamenti all'ordine del giorno dell'assemblea. Difficile che Delfin (19,8%) e Caltagirone (al 5,6%) chiedano un cambio al vertice già a ottobre, con Alberto Nagel che dovrebbe rimanere in sella almeno fino al 2023.

Il titolo Mediobanca, ieri, ha perso in Borsa il 3,99% a 27,4 euro dopo il rally di venerdì scorso sui rumors dell'operazione Banca Generali. Da Piazzetta Cuccia si assicura che nessuna interlocuzione è in corso, ma è un fatto che Mediobanca sia interessata.

Nel frattempo, ieri l'Unione europea ha approvato la revisione degli impegni assunti dall'Italia per l'uscita dal capitale di Monte Paschi nel 2017. Nel documento, che approva il piano al 2026, non si parla di tempistiche per l'uscita dal capitale del Mef. «Mi auguro che si stiano creando le condizioni per consentire che la banca resti autonoma», ha detto il segretario della Fabi, Lando Maria Sileoni. «In questi ultimi giorni, comunque, sono arrivati importanti segnali di attenzione». Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe in corso un'interlocuzione del governo con alcuni importanti gruppi bancari italiani che aiuterebbero il Mef a uscire dalla banca senese in tempi brevi, ad aumento di capitale compiuto e con il piano avviato.

L'accordo con l'Ue prevede la vendita da parte di Mps di immobili per 100 milioni e di partecipazioni azionarie, tra cui quelle in Bankitalia.

Rocca Salimbeni non potrà fare acquisizioni e distribuire dividendi , né usare gli aiuti di Stato per fare pubblicità o adottare strategie di prezzo aggressive. Infine, l'npl ratio non dovrà eccedere il 4% anche se l'accordo prevede un certo margine in base alle condizioni di mercato.

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