"Mediolanum, la Bce sbagliò a congelare la quota Fininvest"

Secondo Campos Sanchez-Bordona pure Bankitalia cadde in errore sollecitando la misura. E ora può cambiare tutto

"Mediolanum, la Bce sbagliò a congelare la quota Fininvest"
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Silvio Berlusconi e la sua Fininvest avevano ragione, la decisione della Banca centrale europea deve essere annullata. Ad arrivare a queste conclusioni è l'avvocato generale delle corte di giustizia dell'Unione europea, Campos Sanchez-Bordona. Il riferimento è alla famosa decisione risalente al 2016 della Bce che aveva negato alla Fininvest l'autorizzazione a detenere una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum. La vicenda risale alla fusione per incorporazione - datata 2015 - del veicolo societario Mediolanum nella sua controllata, Banca Mediolanum. La Fininvest, detenuta in maggioranza da Berlusconi, aveva di conseguenza acquisito una partecipazione in Banca Mediolanum. La Bce, che vigila sul settore bancario, nel 2016 aveva aperto una procedura su input della Banca d'Italia che segnalava la perdita dei requisiti di onorabilità di Berlusconi dopo la condanna del 2013 per reati fiscali. Per lo stesso motivo Palazzo Koch, due anni prima, aveva congelato i diritti di voto di Fininvest e sancito l'obbligo di cedere la partecipazione eccedente il 9,99 per cento. Berlusconi aveva poi fatto ricorso, incassando prima il «no» del Tar, per poi ottenere una prima importante vittoria in Consiglio di Stato che aveva annullato la decisione di Bankitalia. Risultato? La Bce ci aveva messo il becco, sancendo che vi fosse comunque la necessità di un'autorizzazione per mantenere la quota che poi ha negato a Fininvest. Dopo un decennio di estenuante battaglia, peraltro non ancora conclusa, l'avvocato Campos ha di fatto demolito le decisioni di Banca d'Italia, Bce e Tar che sarebbero «un errore» giuridico. La Fininvest, infatti, ha «sempre detenuto» una partecipazione qualificata in Mediolanum e, di conseguenza, in Banca Mediolanum, visto che la prima controllava la seconda. La fusione per incorporazione inversa di Mediolanum in Banca Mediolanum ha costituito una semplice riorganizzazione interna della struttura giuridica del gruppo, ma «non ha modificato il livello o l'intensità» del controllo da parte di Fininvest (e indirettamente di Silvio Berlusconi) sulla banca. Peraltro, la partecipazione del fondatore di Mediaset era storica e risalente a ben prima dell'entrata in vigore delle norme europee alla base delle deliberazioni che hanno portato alla situazione attuale per la holding dei Berlusconi. Pertanto, la Fininvest non doveva richiedere alcuna autorizzazione per mantenere la sua quota (ancora oggi al 30,08%) detenuta in Banca Mediolanum.

L'indicazione dell'avvocato generale non è vincolante per la sentenza della Corte Ue, ma certo avrà un suo peso al momento della sentenza ed è un formidabile punto a favore degli eredi Berlusconi, nel frattempo subentrati nella disputa dopo la scomparsa del capostipite risalente a circa un anno fa.

In sostanza, a oggi per Fininvest non cambia nulla: i suoi voti rimangono congelati in Banca Mediolanum fino a quando la partecipazione non scenderà al 9,99%, ma il parere dell'avvocato generale potrebbe smuovere di molto le acque. La Bce, infatti, potrebbe risparmiarsi il patema di arrivare a un sentenza che potrebbe vederla soccombere in malo modo e ritirare la sua decisione anzitempo.

Viceversa, qualora l'istituto decidesse di mantenere il punto, la questione si risolverebbe con la sentenza del tribunale europeo, ma a questo punto la Fininvest avrebbe dalla sua un parere terzo e molto autorevole come quello di Campos.

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