Milano Unica gioca d'anticipo e fa il pieno (+20%)

Cresce il numero degli espositori e degli osservatori esteri. Export in ripresa

Laura Verlicchi

Il made in Italy mostra di avere stoffa: gioca d'anticipo e vince. Milano Unica, la rassegna internazionale del tessile e accessori moda, ha scelto di aprire i battenti a luglio - da oggi a giovedì 13, a Rho Fiera anziché aspettare, come in passato, la ripresa di settembre, incassando un successo senza precedenti.

La crescita nel numero di partecipanti è infatti a doppia cifra, un dato che nessuna manifestazione espositiva al mondo sottolineano orgogliosamente gli organizzatori - registra da molti anni: a luglio sarà presente il 20% di aziende in più, per un totale di 77 espositori, più la new entry dei cinque disegnatori tessili. In particolare cresce l'offerta di tessuti dedicati alla moda femminile, che segna un 29% in più.

In prima fila anche gli Osservatori di Giappone e Corea, e gli stilisti di The Fabric Program, in collaborazione con Cfda, la Camera della moda statunitense. Una rivoluzione ragionata, come ha spiegato il presidente di Milano Unica, Ercole Botto Poala: bisogna rispondere in maniera rapida ed efficace alle richieste del mercato della moda internazionale, dove si afferma sempre più il fenomeno del «see now buy now», vedi la sfilata e compri subito.

Dalla passerella al carrello (virtuale): il cambiamento radicale infatti è reso possibile dallo shopping online, il preferito dai Paesi emergenti, Cina in primis, e dalla nuova generazione di clienti eccellenti, i millennials, che alle vetrine preferiscono lo schermo dello smartphone. I tessuti italiani, materia prima delle griffe più famose, hanno scelto di non subire, ma anzi di cavalcare il cambiamento: Camera Nazionale della Moda con il suo presidente Carlo Capasa, Smi (Sistema Moda Italia) con il presidente Claudio Marenzi e il Tavolo della Moda applaudono così alla fiera in piena estate.

Un'evoluzione premiata dai numeri: il 2017 è iniziato con una buona crescita complessiva dell'export di tessuti, trascinata dalla lana e dal cotone, mentre risultano in calo le importazioni.

Nel 2016, invece, la tessitura made in Italy aveva fatto registrare un calo sui ritmi registrati nel 2015 (-0,9% su base annua) portando così il fatturato complessivo sui 7,84 miliardi, di cui 4,3 dovuti alle esportazioni.

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