La moda italiana ha le spalle larghe: dal punto di vista finanziario, quantomeno. È il risultato dell'analisi condotta da R&S Mediobanca su un campione di 146 società del settore: pochi debiti e tanta liquidità. Lo studio ha messo a confronto in particolare le Top 15 della moda al di qua e al di là delle Alpi. Per dimensioni, i colossi francesi si confermano superiori: il giro d'affari delle prime 15 aziende del settore è 76,9 miliardi, oltre il doppio di quello delle omologhe italiane. Ma la struttura è radicalmente diversa, concentrata com'è in pochi gruppi, guidati dal big Lvmh che nel 2016 ha fatturato 37,6 miliardi, praticamente la metà del giro d'affari francese del settore. In compenso, le maison italiane sono più solide (debiti finanziari pari al 22,7% dei mezzi propri contro il 35,5% delle francesi) e soprattutto più liquide (120% di liquidità sull'indebitamento contro il 51,2% delle eterne rivali). Si conferma stabile il trono di «Re Giorgio» Armani, che vanta una posizione debitoria nulla, e una liquidità invidiabile.
In Italia, del resto, le aziende della moda crescono più di quelle della grande manifattura sia dal punto di vista dei ricavi, che da quello di utili e forza lavoro. I margini sono buoni, anche se hanno registrato una flessione, con l'ebit margin che si è portato al 9,6% nel 2016, dal 10,9% del 2012.
Piazzetta Cuccia ha tenuto conto dei dati dal 2012 al 2016. Complessivamente le 146 aziende del campione, nel 2016 hanno registrato un giro d'affari di 66,1 miliardi, in crescita del 25,8% su base quinquennale e del 4,6% rispetto al 2015. Tutte assieme rappresentano il 4% del pil italiano del 2016, anche se non si può dimenticare che il 40% è in mano straniera. I ricavi si devono in gran parte all'export, soprattutto per le Top 15, che tutte insieme valgono il 53% del fatturato aggregato del campione.
Nel 2016 il giro d'affari di queste big è stato 30,3 miliardi, con le esportazioni che hanno registrato le migliori performance, soprattutto a livello extra-europeo (+24,5% sul 2012). Regina per fatturato nel 2016 si è confermata Luxottica con 9,1 miliardi, che ora si sta per fondere con la francese Essilor. Ma se parliamo di crescita, il primato va a Valentino: +155,6% nel periodo 2012-2016.
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