Moda, il Made in Italy vale il 5% del Pil e 65 miliardi di export

È di 75 miliardi il giro d'affari del settore. Cig in deroga estesa fino a gennaio in attesa dell'ok a tutto il 2025

Moda, il Made in Italy vale il 5% del Pil e 65 miliardi di export
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Il Sistema Moda in Italia si conferma come uno dei pilastri del Made in Italy, rappresentando il 5% del Pil nazionale e incarnando una sintesi di eccellenza produttiva e identità culturale. È quanto emerge dal brief di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) intitolato «Il settore Moda tra sfide e opportunità: quale futuro per il Made in Italy?», che sottolinea come l'Italia sia il primo produttore mondiale di alta moda. Questo primato è sostenuto dalla preferenza di un terzo dei grandi gruppi europei del comparto quota che sale ai due terzi per i marchi del lusso per le eccellenze italiane.

L'istituto guidato dall'ad Dario Scannapieco (in foto) evidenzia la forza di un'industria che coinvolge tutte le componenti del prodotto-moda, dai materiali alle lavorazioni su misura, generando un valore aggiunto di 75 miliardi di euro e 65 miliardi di esportazioni. La moda italiana, infatti, è una filiera integrata in cui grandi brand convivono con piccole realtà territoriali innovative. Cdp ha messo in luce le trasformazioni che il settore è chiamato ad affrontare, come l'adattamento alla disponibilità di materie prime e la capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori, specialmente nel segmento luxury. Tecnologie come digitalizzazione e AI possono giocare un ruolo chiave per mantenere l'industria competitiva. Inoltre, la sostenibilità ambientale e le performance Esg stanno diventando centrali, sia per motivi normativi sia per rispondere a una crescente domanda da parte del mercato. Parallelamente, operazioni di private equity stanno favorendo il consolidamento degli attori del settore.

E proprio per rispondere alle nuove sfide la maggioranza di centrodestra ha ha esteso la Cig in deroga all'intero settore, includendo pelletteria e metalmeccanica degli accessori.

L'emendamento al dl Università e Lavoro ha aumentato di circa 9 milioni di euro le risorse e ampliato la copertura da 8 a 12 settimane fino al 31 gennaio 2025. Ora l'obiettivo è trovare risorse per coprire l'intero 2025 in legge di Bilancio o nel Milleproroghe.

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