«Siamo in contatto con le autorità italiane, posso dire solo che ovviamente i governi possono decidere incentivi fiscali in forme diverse, noi guardiamo se si tratta di misure selettive, se beneficiano soltanto un settore sarebbe un problema per altre parti dell'economia, questa è la logica che seguiamo se sarà questo il caso». La commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ieri ha chiarito in questo modo il punto di vista dell'Antitrust europeo sulla trasformazione in credito di imposta del valore della fiscalità differita attiva per incentivare le fusioni bancarie. Si tratta del cosiddetto «bonus fusioni» previsto nella bozza di legge di Bilancio con la trasformazione delle Dta in crediti d'imposta, che avrebbe il Monte dei Paschi come principale beneficiario con una pingue dote (che per gli analisti di Mediobanca Securities varrebbe fino a 3,8 miliardi di euro) per il matrimonio che il ministero dell'Economia - socio con il 68% - vorrebbe organizzare con Unicredit. Quest'ultima, sempre secondo gli analisti di Piazzetta Cuccia, potrebbe «estrapolare» dal proprio bilancio circa 3,6 miliardi di attività fiscali differite che renderebbero il boccone senese eventualmente meno indigesto qualora l'ad Jean-Pierre Mustier volesse deviare dal percorso indicato con il piano industriale stand alone.
Ma non si tratta, in questo caso, dei due istituti al centro dei rumor del mercato. Per ché tutto l'M&A bancario in atto e in potenza potrebbe beneficiare della norma inserita nella manovra. Ad esempio, la recente Opa lanciata da Crédit Agricole sul Creval che potrebbe costare a Giampiero Maioli fino a 737 milioni si fonda anche sul «recupero» di circa 400 milioni di Dta (280 milioni per Creval e 160 milioni per Crédit Agricole Italia). Senza contare che il recente report di Mediobanca Securities individuava un valore intrinseco associato alla norma della manovra non indifferente anche per Banco Bpm (1,03 miliardi) e Bper (280 milioni).
Se Vestager avesse da ridire sulla norma, molte operazioni che oggi sono solo ipotizzabili subirebbero necessariamente una battuta d'arresto non foss'altro che le sinergie ricavabili fiscalmente andrebbero recuperate sul versante del taglio dei costi, a partire da quello del personale (motivo per il quale la Fabi e gli altri sindacati hanno sempre bocciato l'idea Unicredit-Mps).
Ieri il cda di Rocca Salimbeni, convocato dalla presidente Patrizia Grieco. È proseguito l'esame delle iniziative di rafforzamento patrimoniale dopo la scissione non proprzionale di 8,1 miliardi di Npl a favore di Amco. Il Tesoro spinge per una ripatrimonializzazione da almeno 2,5 miliardi, ma soprattutto i Cinque stelle sono contrari e vorrebbero fare di Mps il pivot di un polo bancario pubblico insieme a PopBari.
Entro il 30 novembre è previsto il closing della vendita di 28 immobili ad Ardian comprende alcuni palazzi storici a Roma, Firenze e Milano del valore di 300 milioni.Banco Bpm e Unicredit, infine, hanno reso noto che la Bce non emetterà una Srep decision nel 2020 e l'anno prossimo resteranno in vigore gli attuali requisiti, già superati con la trimestrale al 30 settembre.
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