Monti e Prodi temono la fine dell'euro: "La Grecia non sia la nostra Sarajevo"

Monti avvisa: "Atene sbaglia, ma la Merkel deve cedere". Prodi: "La Grecia può essere la nostra Sarajevo"

Monti e Prodi temono la fine dell'euro: "La Grecia non sia la nostra Sarajevo"

Dopo aver messo il cappello sull'euro e sull'Europa, Mario Monti e Romano Prodi analizzano la crisi greca. Il Loden chiede di fatto al governo di Atene di accettare le proproste dell'Ue. "Il negoziato continua. È in evoluzione ora per ora. La posizione del governo greco, per quanto disordinata, sta cambiando: Atene è disposta ad accettare più cose di prima. E nell’Eurogruppo c’è una vasta disponibilità a riprendere in esame il dossier", afferma Monti in un'interveista al Corriere. "Tutti i sondaggi - afferma - indicano che il sì è in rimonta. E che la grande maggioranza dei greci, tra il 70 e l’80%, non vuole il ritorno alla dracma. Se la situazione è così complessa la responsabilità è di Atene molto più che di Bruxelles: dei governi degli ultimi decenni, e anche di Tsipras e Varoufakis, ma - a giudizio di Monti - la troika non è esente da colpe e, afferma, non sono mai stato tanto convinto come ora di aver fatto bene a imporre all’Italia uno sforzo che ci ha evitato la troika che significa umiliazione e politica neocoloniale. Noi l’abbiamo evitata". "La Merkel - secondo Monti - vince solo se tiene la Grecia dentro l’euro e favorisce l’accordo finale. Se invece si avesse la sensazione che la Merkel e Schaeuble non hanno voluto l’accordo, in Europa ci sarebbe una rivolta degli spiriti, un tumulto delle anime: uno scenario drammatico, per l’Europa e per la Germania".

Romano Prodi teme e non poco l'ipotesi Grexit e avverte: "Comunque vada a finire il referendum, il danno di una uscita della Grecia dall’euro sarebbe troppo grande. Si troverà un compromesso. Se tutto il mondo, da Obama ai cinesi, continua a ripeterci che bisogna trovare un accordo, vuol dire che c’è il diffuso sentimento di una catastrofe imminente che occorre evitare ad ogni costo".
A giudizio dell’ex premier, in un'intervista a Repubblica, "Atene non affonderà l’euro, perchè si farà un accordo. Ma il pericolo è reale. Proprio perchè la crisi è così piccola, un fallimento sarebbe clamoroso. Una istituzione che non riesce a governare un problema minuscolo come la Grecia che fiducia può dare sulla sua capacità di gestire un problema più grosso?". L’uscita della Grecia dall’euro "non sarebbe tanto un danno economico, quanto un vulnus alla credibilità politica dell’Europa", aggiunge, e purtroppo le istituzioni europee sono un pane cotto a metà".

Prodi ritiene possibile un "compromesso: Voglio vedere come Merkel, Juncker o Lagarde possono prendersi la responsabilità di lasciare la Grecia fuori dall’euro. Certo, l’irrazionalità
della Storia è sempre in agguato. Anche la Prima guerra mondiale scoppiò per un piccolo incidente. Ma voglio sperare che Atene non sia la nostra Sarajevo".

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