Mutui alle stelle, anche quelli a tasso variabile. I rincari possono superare il 10%

Le rate dei mutui a tasso fisso non sono più le uniche nel mirino. I rincari invadono anche il campo dei mutui a tasso variabile a causa del tasso di interesse sul mercato

Mutui alle stelle, anche quelli a tasso variabile. I rincari possono superare il 10%

Nelle ultime settimane le rate di mutui a tasso fisso hanno cominciato a muoversi verso l’alto, ora la scure del rincaro si abbatte anche sui mutui a tasso variabile, a causa delle condizioni monetarie. Ma andiamo con ordine.

La Banca centrale europea (Bce) lo scorso 9 giugno ha annunciato che alzerà i tassi di interesse a partire dal primo luglio dello 0,25% e poi, a settembre, dello 0,5%. Non accadeva da dieci anni.

Il 15 giugno 2022 i membri del direttivo della Bce si sono incontrati in una riunione straordinaria convocata d’urgenza per discutere delle condizioni dei mercati finanziari. Dopo il balzo dello spread degli ultimi giorni si è deciso di non tollerare cambiamenti finanziari che mettano in crisi la politica monetaria europea.

Il rialzo dei tassi dei mutui

Per quanto riguarda i mutui ciò significa che la stretta della Bce porterà a un rialzo del tasso di riferimento di 25 punti base, prima di un ulteriore aumento che dovrebbe scattare – come detto - durante il mese di settembre. Questi rincari avranno ricadute sui mutui a tasso fisso di prossima accensione, il cui costo salirà in modo più che sensibile mentre non avranno impatto sui mutui a tasso fisso già stipulati.

Se l’Eurirs, detto anche Irs (Interest Rate Swap) ovvero il tasso interbancario di riferimento per i mutui a tasso fisso salirà a partire da luglio (e poi ancora a settembre) il costo dei mutui a tasso variabile impennerà da subito. Questo lo testimonia l’Euribor, il riferimento usato dalle banche per applicare il tasso variabile alle rate dei mutui, salito sopra lo zero dopo più di sei anni.

Cosa vuole dire in soldoni

Gli scenari sono diversi. Secondo La Stampa che ha commissionato uno studio al portale Mutuionline, la crescita dei tassi decisi dalla Bce (75 punti base nei prossimi due mesi) farà aumentare del 10% la rata di un mutuo di 100mila euro, quasi 8mila euro in vent'anni. Applicando l’indice Euribor, l’aumento sarebbe dell’11%.

Il sito Investireoggi, che parte da un mutuo di 140 mila euro per 25 anni (dato in linea con il valore medio dei mutui accesi durante il 2021), calcola un sovraprezzo di 31 euro al mese sulla rata, 9.400 euro nell’arco dei 25 anni della durata del mutuo.

Chi ha ragione e cosa fare

Nonostante i punti di vista espressi da penne specializzate in materia di mutui spesso divergano, è difficile dire chi ha ragione, perché è complesso (se non impossibile) anticipare con precisione le politiche della Bce che sono legate a diverse variabili. La certezza risiede nell’appesantimento delle rate dei mutui che spingono il cittadino a scelte più radicali per il prossimo futuro.

La surroga, ossia la possibilità di trasferire il mutuo presso un istituto di credito che offre condizioni migliori, è un momento di riflessione: le condizioni di oggi possono essere completamente diverse da quelle di domani e saperle leggere con chiarezza è cosa per pochi. Forse la soluzione più furba è quella di orientarsi verso un mutuo a tasso misto che permette, dopo un numero variabile di anni, di passare dal mutuo a tasso fisso a uno a tasso variabile o viceversa.

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