Oltre al danno del caro bollette per le famiglie italiane, la fine del mercato tutelato per la sola energia elettrica rischia di spazzare via il posto di lavoro a 2.300 persone, oggi impegnate nei servizi ai clienti e nel back office. A profetizzare il nuovo dramma occupazionale sono i sindacati del settore. Per comprendere la situazione, occorre però fare una premessa: la fine del mercato tutelato è stata necessaria per ottenere l'ok alla terza rata del Pnrr: 18,5 miliardi vitali per sostenere l'esangue economia nazionale. Detto questo, da quanto è stato possibile ricostruire la prima proposta del decreto Energia conteneva un meccanismo che trasferiva in automatico pro-quota i 2.300 addetti del customer care del tutelato ai singoli operatori che si aggiudicheranno gli utenti domestici rimasti a metà del guardo. Le apposite «aste» si terranno entro il 10 gennaio e saranno gestite da Acquirente Unico, società pubblica appartenente al gruppo Gse.
Nella stesura definitiva del provvedimento, la clausola occupazionale è però stata stralciata. Con l'esito probabile di lasciare senza reddito 2.300 persone perlopiù nel Mezzogiorno, attaccano Ilvo Sorrentino, Amedeo Testa e Marco Pantò, che sono rispettivamente i segretari nazionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil.
Parimenti delicato è l'aspetto dei prezzi al kilowattora che dovranno sostenere i 4,5 milioni di clienti rimasti sul tutelato: uno squadrone polarizzato tra seconde case e la fascia di popolazione più matura dal punto di vista anagrafico. Perché se in un'ottica liberale il mercato si autoregola con la concorrenza colpisce che, in base ai dati dell'Arera, a novembre su 1.300 proposte disponibili sul mercato libero solo il 15,7% erano più vantaggiose della tariffa stabilita dall'Autorità. Tanto che i sindacati richiamano il governo, oltre che sull'allarme occupazionale, anche sulla «grave difficoltà» che attanaglierà «circa dieci milioni di cittadini» davanti alle prossime bollette.
Vale però osservare che, data la necessità di obbedire agli ordini Ue, sarebbe stato opportuno pensarci per tempo; così da consentire a tutti una scelta il più possibile consapevole. Per esempio stilando non un elenco ma un ristretto albo di operatori affidabili per i clienti. Come avviene in Gran Bretagna, che vede in competizione 52 realtà contro le oltre 700 italiane.
In caso contrario il rischio è abbandonare le famiglie al fuoco incrociato delle offerte commerciali e, magari, di vederle affidarsi a micro-operatori di cui è arduo prevedere la solidità di bilancio sul medio termine. Insomma, un far west delle bollette. Dannoso, quanto potenziale fonte di ispirazione per il prossimo successo cinematografico di Paola Cortellesi.
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