Raffica di controlli del Fisco in arrivo: cosa saprà di noi

Se di interesse pubblico per stanare gli evasori fiscali, il trattamento dei dati personali del Garante della privacy può essere consentito alle pubbliche amministrazioni ed alle loro partecipate

Raffica di controlli del Fisco in arrivo: cosa saprà di noi

Stop al diritto di privacy tutte le volte che si tratterà di stanare gli evasori fiscali: è quanto stabilisce l'ultimo decreto legge, il n.139/21, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, lo stesso che disciplina anche la riapertura dei locali da ballo oltre a tutte le segnalazioni per la diffusione di immagini quando si tratta di revenge porn.

Cosa cambia con la privacy

Come ha ricordato Il Giornale in edicola, il Grande Fratello dell'Agenzia delle Entrate avrà le briglie sciolte. L'unico soggetto in grado di tirare le redini sarebbe stato il Garante della Privacy ma il decreto Capienze con l'articolo 9 lo ha di fatto bypassato. La legge sulla privacy vuole che il trattamento dei dati personali da parte di un’amministrazione pubblica, una società a controllo pubblico o un organismo di diritto pubblico "sarà sempre consentito se necessario per l’adempimento di un compito svolto nel pubblico interesse o per l’esercizio di pubblici poteri a essa attribuiti". In pratica, se cause di forza maggiore lo richiedono, si potrà ricorrere ai dati dell'interessato per fare maggiori controlli. In tal senso, in mancanza di una norma o un regolamento, il trattamento viene disposto dalla stessa società che decide di effettuare quel dato controllo.

Il pubblico interesse davanti a tutto

In pratica, viene riconosciuta la priorità dell'interesse pubblico rispetto a quello della riservatezza sui dati personali: come riportato sul Sole 24 Ore, questo decreto legge cancella il potere del Garante della privacy di "prescrivere misure e accorgimenti a garanzia dell’interessato nel caso dei trattamenti svolti per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico che possono presentare rischi elevati". Sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) una disciplina particolare, i pareti dell'Autorità garante sui dati personali devono essere dati entro un mese dalla richiesta (30 giorni). Se sarà trascorso questo lasso di tempo, si potrà procedere a prescindere dal tipo di parere. In questo modo, in pratica, ad essere colpiti sono proprio i poteri interdittivi del Garante che, negli ultimi anni, sono stati utilizzati per il redditometro o la Superanagrafe.

Altri strumenti anti-evasione

Fatturazione elettronica e "anonimometro" sono gli altri stumenti a disposizione del Fisco per stanare chi evade: nel primo caso c'è una norma che ne consente un utilizzo molto dilatato nel tempo (fino a 8 anni) oltre ad una maggiore quantità di dati, non soltanto quelli strettamente fiscali. Dall'altro lato, come detto, c'è l'anonimometro, quindi la possibilità di rendere anonimi i dati scritti sull'Anagrafe tributaria per analizzare il rischio di evasione e definire i parametri necessari per fare tutti i controlli.

Per spiegarlo ancora più semplicemente, questo è un sistema con il quale l'Agenzia delle Entrate può attingere in forma anonima ai dati dei contribuenti relativi, per esempio, alle abitudini di spesa, e procedere, in caso di scostamenti evidenti, agli opportuni controlli per stanare gli evasori.

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