Un prestito ponte da parte dello stato in attesa di trovare un compratore per Alitalia. È la strada indicata dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che nel corso di un'intervista radiofonica ha parlato di 3-400 milioni per assicurare i sei mesi di gestione commissariale e garantire la continuità dell'operatività. Il ministro ha riferito che il governo sta discutendo con Bruxelles, "perché tutto questo va approvato dall'Europa, in particolare il prestito ponte. Abbiamo riunioni oggi stesso. E riteniamo che per un periodo limitato sia compatibile con la normativa europea". Rispondendo ad una domanda sulle ipotesi di nazionalizzazione di Alitalia e sulle posizioni del M5s, Calenda ha risposto: "Ho sentito il M5S dire che l'accordo sindacale non risolve nulla: è la solita procedura, ti dicono cosa non si risolve ma non come risolverlo; è una cosa che mi sembra la linea mainstream del M5S".
Calenda poi ha puntato il dito contro il management della compagnia che ha sbagliato tantissimo e lo ha fatto anche con una certa dose di arroganza". Così il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, secondo cui "gli errori di gestione appaiono abbastanza evidenti. È giusto che i manager che hanno responsabilità rispondano dei loro errori: il management è nominato dagli azionisti, che hanno pagato direttamente, hanno perso capitale, subito danni. Che paghi chi ha responsabilità è un tema correttamente posto. In questo caso c'è una proprietà: se ritiene che il management ha fatto cose sbagliate ha gli strumenti per intervenire".
Anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha escluso l'ipotesi nazionalizzazione. "Alitalia è una azienda importante plancia per il nostro Paese, ma oggi il sistema dei vettori arei, del traffico aereo, è molto cambiato: c'è un mercato aperto, con una pluralità di soggetti in campo che agiscono, quindi bisogna guardare questa situazione, peraltro non possiamo non ricordare che le prestazioni che questa azienda ha dato quando era a controllo pubblico non sono certo state prestazioni positive e i cittadini italiani hanno già pagato in maniera importante i costi di un funzionamento inadeguato di questa società. Quindi, credo questa sia una riposta sufficiente".
Sul caso Alitalia, "non ci sono le condizioni per una nazionalizzazione". Così il premier Paolo Gentiloni, parlando a Benevento. "Il governo - ha detto ancora il presidente del Consiglio - si sente impegnato a non disperdere gli asset e le risorse di lavoro della compagnia aerea, come hanno già detto i ministri competenti in queste ore.
Non posso tacere la mia preoccupazione su quello che sta succedendo in Alitalia. Bisognerebbe essere in grado di stare sul mercato e di competere. Da parte mia c'è stata delusione nel fatto che l'opportunità che era offerta dall'accordo tra azienda e sindacati non sia stata accolta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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