Il nocciolo italiano per un nuovo modello

Il nocciolo italiano per un nuovo modello

E ora che succede? La battaglia per il rinnovo del vertice delle Generali, nello sistema del nostro capitalismo, si è conclusa con la chiara vittoria di Mediobanca e la sconfitta di Caltagirone (con Del Vecchio), che puntavano a ottenere maggiore consenso tra i soci, almeno quelli istituzionali. Lunedì, nel primo cda del nuovo corso, si inizierà a capire il nuovo assetto: se i vincitori proporranno agli sconfitti una costruttiva collaborazione o se si andrà allo scontro permanente. E poi si dovrà capire se la battaglia si sposterà su Mediobanca, dove Del Vecchio ha il 19 e potrebbe chiedere alla Bce di salire fino al 25%, mentre Caltagirone ha il 3 e potrebbe salire al 9,9%. Le componenti che hanno lanciato la sfida ripetono che entro il prossimo anno la partita sarà ribaltata. Ma come?

Per il risparmio degli italiani l'ideale sarebbe trovare una terza via, una sintesi che fornisca a Mediobanca e Generali le miigliori condizioni per crescere, finalmente libere dai condizionamenti di chiunque, perché, al contrario, ogni situazione di conflitto si riflette in un danno al Paese quando non ce n'è proprio bisogno. E questo potrà avvenire solo razionalizzando l'intero sistema bancario e assicurativo che oggi genera troppa dispersione. Non è un caso che proprio ieri Intesa abbia rinnovato il suo board e che subito si siano riaccese le voci di possibili operazioni nella direzione Mediobanca-Generali, già ventilate a ondate in passato.

Una grande operazione di welfare e wealth management di stampo bancario assicurativo potrebbe essere uno sbocco nuovo, che da ieri può contare su un nocciolo duro di imprenditori italiani grandi (Del Vecchio, Caltagirone, Benetton) che si sono contati in Generali

(30%) e che stanno per farlo anche in Mediobanca (25-30%).

Bisogna dunque sperare che lo scontro visto fin qui serva a produrre qualcosa di nuovo e non già a perpetrarsi in ulteriori logoranti e tristi guerre di posizione.

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