Il nodo tassi manda le Borse in affanno

A Wall Street Nasdaq in ritirata, male Milano. Crollano i prezzi dei Btp

Borse in ritirata, rendimenti dei Btp a 10 anni che prendono l'ascensore fino al 2,22%, euro pronto ad attaccare quota 1,15 contro il dollaro: giornata difficile, e non facile da decifrare, quella vissuta ieri dai mercati. Le banche centrali continuano a essere le principali indiziate per spiegare i recenti movimenti di azioni, bond e valute. La Federal Reserve va ripetendo che l'economia è in grado di reggere il peso di progressivi giri di vite ai tassi, ma il dato finale del Pil Usa nel primo trimestre (+1,4% dal +1,2% della seconda lettura) sembra confermare come sia una chimera l'obiettivo di Donald Trump di una crescita del 3%. Wall Street prende nota, e nonostante l'ok della Fed all'aumento dei dividendi e ai buyback sulla base dei risultati positivi degli stress test, manda in rosso il Dow Jones dello 0,68% (alle ore 21 in Italia) e il Nasdaq dell'1,53%. Il listino hi-tech resta sotto stretto monitoraggio da parte da chi teme che stia per scoppiare la bolla a causa delle valutazioni tiratissime e della bassa volatilità. Del resto, la stessa presidente della Fed, Janet Yellen, aveva qualche giorno fa messo in guardia dai prezzi elevati raggiunti dalle società quotate. Così la prudenza assunta dagli investitori si nota anche nello spostamento sempre più frequente dai titoli ad alto rendimento (e più rischiosi) verso quelli che surrogano il reddito fisso.

Wall Street finisce quindi per rappresentare un ulteriore elemento di incertezza per i mercati europei. Dove il leit motiv sono ancora le parole pronunciate da Mario Draghi martedì scorso, in particolare il passaggio relativo a un ritorno della reflazione letto come una sterzata verso politiche monetarie più restrittive. Un'interpretazione smentita dalla Bce, che non ha però impedito ieri all'euro di toccare i massimi da oltre 13 mesi a 1,143 dollari e ai rendimenti del Btp decennale di salire fino al 2,2%, con i prezzi scivolati a quota a 100,56 e lo spread col Bund salito a 171 punti base dai 166 punti di mercoledì.

A pagare pegno anche i mercati azionari, dove Milano ha lasciato sul terreno l'1,63%; ribassi superiori al punto percentuale anche a Parigi, Francoforte e Madrid, mentre Londra ha limitato le perdite (-0,5%) nonostante la Bank of England abbia detto l'altroieri che potrebbe aumentare presto i tassi.

RPar

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