Nuova tegola su Unieuro: il cda si spacca sull'Opa

Il prezzo proposto dal gruppo Fnac divide il consiglio che non approva la fairness opinion di Equita e Mediobanca

Nuova tegola su Unieuro: il cda si spacca sull'Opa
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La parola passa ai piccoli azionisti di Unieuro. Dopo che il cda della maggiore catena di elettronica italiana si è spaccato a metà nel giudicare la congruità dell'offerta lanciata da Fnac Darty, a decidere se in futuro Unieuro batterà bandiera francese sarà l'amplia platea degli investitori che animano il flottante di una delle poche public company di Piazza Affari. L'azionariato vede infatti Iliad (12,09%), la famiglia Silvestrini (6,12%) e l'Ad Giancarlo Nicosanti Monterastelli (2,3%) in posizione di netta monoranza rispetto al quasi 80% in mano ad azionisti istituzionali e retail. L'Opas, al via lunedì 2 settembre, valuta la società circa 249 milioni di euro, a premio del 42% rispetto al prezzo di chiusura dell'ultima seduta pre-offerta, ma meno della metà rispetto ai picchi storici toccati dal titolo durante il Covid. Sulla congruità del prezzo offerto - ovvero 9 euro e 0,1 azioni ordinarie di nuova emissione di Fnac Dartyper ogni azione Unieuro - si sono espressi a favore i due consiglieri in quota Iliad e il presidente Stefano Meloni, mentre l'Ad è stato contrario così come la dg Maria Bruna Olivieri. Alla fine la conta ha visto una perfetta parità: 5 favorevoli, 5 contrari e un astenuto. Le fairness opinion degli advisor finanziari Equita Sim e Mediobanca avevano ritenuto congruo il corrispettivo dell'offerta finalizzata al delisting del titolo da Piazza Affari, anche se la sim ha evidenziato come si trovi nella parte bassa del range valutativo individuato. Il Cda ha inoltre, unanimemente, rilevato alcune criticità con riferimento alle informazioni fornite dagli offerenti circa le motivazioni dell'offerta, i programmi futuri e le eventuali operazioni straordinarie successive all'offerta stessa. In particolare, l'assenza di una strategia articolata su Unieuro post-integrazione «impedisce una valutazione oggettiva e approfondita dei potenziali benefici per Unieuro e i suoi azionisti, lasciando incertezze sulle prospettive future dell'operazione». Un altro punto molto delicato sollevato dal Cda e dai sindacati è il ruolo di Ceconomy AG, secondo azionista di Fnac con una quota del 23% circa, presente in Italia con MediaWorld, ossia il principale competitor di Unieuro. Proprio per questo motivo l'offerta ostile lanciata dai transalpini risulta soggetta all'autorizzazione dell'antitrust europea che può dare semaforo verde senza condizioni oppure chiedere dei correttivi. A questo proposito le sigle sindacali Filcams Fisascat e Uiltucs hanno fatto subito muro in quanto l'acquisizione può andare a «minacciare gravemente la continuità dell'attuale perimetro aziendale e occupazionale di Unieuro in Italia (oltre 5.000 dipendenti, ndr), minandone l'autonomia gestionale».

Fnac, nel prendere atto di quanto emerso

dal Cda di Unieuro, ha ribadito che l'offerta «rappresenta un'opportunità strategica unica per la creazione di un leader europeo nella vendita al dettaglio specializzata, a beneficio di tutti gli stakeholder di Unieuro».

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