Luglio porta con sé una novità che sta creando scalpore e rumore, ovvero l’obbligo della fattura elettronica esteso anche ai contribuenti in regime forfettario o di vantaggio che abbiano superato i 25mila euro di compensi annui. Misura estesa anche al regime agevolato per associazioni ed enti descritto nella legge 398/91 nel quale rientrano, per esempio, le associazioni sportive di dilettanti.
Per i contribuenti che non hanno superato la soglia dei 25mila euro l’estensione scatterà nel 2024 o a partire dal 2023 qualora superassero i requisiti per rimanere all’interno dei regimi agevolati, così come descritto nel Decreto 127/2015.
Le proteste
Si tratta di una norma prevista dal decreto attuativo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che risale al mese di aprile scorso e rivista in seconda istanza dopo le numerose proteste degli attori economici coinvolti. Il limite dei 25mila euro è stato introdotto a lavori in corso perché, nella sua formula originaria, la misura sarebbe stata attuata a tutti senza esclusione.
Al momento attuale e senza interventi futuri, se ne deduce che chi sottostà a partita Iva in regime forfettario e genera profitti superiori ai 25mila euro annui (circa 2.100 euro mensili in media) è obbligato a emettere fatture elettroniche.
Secondo le associazioni professionali si tratta di una misura indigesta perché applicata a regimi nati anche in virtù della semplificazione e che invece sta generando un maggiore numero di complicazioni. Quello della fattura elettronica è un tema che ha generato scontenti fino dalla sua introduzione, che risale al primo giorno di gennaio del 2019 e che ha creato polemiche anche nei mesi a seguire.
Non è impensabile che in futuro il governo riveda la propria posizione ma, nell’attesa, i soggetti che non godono più dell’esenzione dovranno confrontarsi con il sistema di fatturazione online.
Come si compila la fattura elettronica e sanzioni
La fatturazione elettronica può essere fatta mediante i servizi messi a disposizione da diversi operatori, incluso lo strumento online offerto a titolo gratuito dal Fisco che annuncia alcuni cambiamenti ai metadati, proprio in virtù delle novità introdotte a partire dal primo luglio 2022.
Oltre a dovere inserire nel form i dati di rito è necessario conoscere il codice univoco del destinatario della fattura, a meno che questo non sia un privato cittadino, categoria alla quale è associato il codice composto da sette zeri (0000000).
Non va dimenticato che se emesse senza addebito di Iva, le fatture superiori all’importo di 77,47 euro devono essere accompagnate dall’imposta di bollo da 2 euro, cliccando sul campo “Bollo virtuale” che va corrisposto all’Agenzia delle entrate ogni tre mesi. Inoltre chi sottostà al regime forfettario non addebita l’Iva ai clienti, non la detrae sugli acquisti e non ha rapporti di liquidazione dell’imposta. Le regole fiscali non variano con l’estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica.
L’articolo 6 comma 2 del Decreto 471/1997 disciplina, tra le altre cose, le sanzioni previste per
chi evade tale obbligo e che corrispondono a un’ammenda amministrativa tra il 5% e il 10% degli importi non fatturati online. C’è un periodo di transizione che si concluderà con il primo ottobre del 2022.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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