È una settimana decisiva per la Legge di stabilità e, di conseguenza, per il mondo del trasporto coinvolto da alcuni provvedimenti. Sotto i riflettori, in particolare, c'è la significativa riduzione e ristrutturazione della spesa pubblica, per la quale le rappresentanze responsabili del settore hanno identificato un percorso con il ministro ai Trasporti Graziano Del Rio destinato a produrre tagli calibrati in base a un principio preciso: chi più inquina paga.
Gli operatori del trasporto che vorranno competere sul mercato saranno favoriti nella sostituzione dei veicoli motorizzati che abbiano un'età superiore ai vent’anni e questo non potrà che produrre positività per l’ambiente e per la sicurezza, incrementando le entrate dello Stato e attivando un circolo virtuoso per le case costruttrici. Una parte delle risorse sarà inoltre destinata a rilanciare le autostrade del mare e a incentivare l’utilizzo della ferrovia.
Tutte scelte frutto di una valutazione responsabile da parte del Governo e dei rappresentanti delle federazioni convinte della necessità di compiere scelte idonee a sostenere gli operatori in un mercato europeo. Federazioni che, pur costrette a confronti non certo facili, sono consapevoli dell'importanza di far prevalere l’interesse generale e di quanto potrebbe risultare sbagliato e pericoloso abbandonare la strada scelta.
Ora occorre che le intese siano però rispettate nell’insieme: la politica degli interventi a pioggia, in vigore per troppi anni, dev'essere abbandonata a favore di interventi selettivi che diano più competitività e favoriscano le imprese regolari, garantendo così ricadute positive anche sui livelli occupazionali degli autisti italiani che negli ultimi tempi, causa l’elevato differenziale sul costo del lavoro, sono
diminuiti a vantaggio dei conducenti esteri.Le condizioni per ripartire esistono: la speranza è che la burocrazia non si metta ancora una volta di traverso. L'autotrasporto non lo potrebbe più tollerare.
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