L'impennata dei prezzi registrata in queste ultime settimane riguarda purtroppo anche beni di prima necessità come pane, pasta ed altri alimenti. Si tratta dell'ennesima conseguenza del caro-energia, che ha provocato un aumento del costo delle materie prime e della produzione.
Pane e pasta, l'impennata dei prezzi
Nei mesi scorsi le grandi marchie italiane di distribuzione della pasta si erano già dette in difficoltà, e all'inizio del 2022 sono stati annunciati dei rincari. Del resto, come spiegato dall'ad Vincenzo Divella, l'aumento del costo del grano rappresenta il 60% del costo di produzione della pasta, a cui va aggiunto il 300% del gas e il 25% del packaging.
Si tratta, dunque, di una situazione inevitabile. Dopo un aumento medio del 10,8% registrato nel 2021, alla Gdo è stato richiesto ad inizio anno di effettuare degli adeguamenti sui listini prezzi, come rivelato dal vice presidente di Federdistribuzione e ad del gruppo VéGé Giorgio Santambrogio. Si parla di aumenti pari al 36%, poi sceso al 25% in fase di contrattazione. Non è detto, tuttavia, che i clienti vedranno salire i prezzi della pasta fino a 2,80-3,20 euro al chilo. Stanno infatti aumentando le promozioni: la Gdo, infatti, è disposta ad assorbire i rincari, perdendo tuttavia marginalità.
Riccardo Felicetti di Union-Food Confindustria ha spiegato che a causare principalmente l'impennata dei prezzi della pasta è l'aumento del costo del grano duro sui mercati internazionali, dovuti anche alla siccità dei raccolti in Canada e negli Stati Uniti, e dalla diminuzione dell'export russo. A ciò va aggiunto anche il caro luce e gas, che influisce negativamente sulle aziende. Già lo scorso anno, come rivelato da Coldiretti, i prezzi internazionali del grano sono aumentati del 31,3%.
Stesso discorso per il pane e per i prodotti da forno. Le farine, ad esempio, hanno subito un aumento del 38%, facendo salire già lo scorso anno il costo del pane del 3,3%. La crescita dei prezzi è stata riscontrata ovunque: si va dai 4,25 euro al chilo di Milano fino ai 4,68 euro di Bologna. I costi aumentano ulteriormente quando si vanno a vedere gli altri prodotti da forno. "Ogni panificio decide se aumentare o meno i prezzi. Finora noi abbiamo tenuto il prezzo fermo attorno a 4,40 euro al chilo, ma gli aumenti dei costi non sono più sostenibili", ha dichiarato Benvenuto Pagnani, vicepresidente di Assopanificatori- Confesercenti, come riportato da La Nazione.
Gli altri aumenti nel carrello
Ma non finisce qui. A subire degli aumenti saranno anche altri beni al consumo come pesce, verdure e bevande. Dati Ismea alla mano, già nel 2021, il prezzo del pesce fresco è salito del 19,6%, mentre quello del prodotto ittico surgelato del 17,7%. Aumenti si sono registrati anche per il pesce affumicato, salito del 10,6%.
Quanto alle
verdure, i prezzi sono cresciuti del 3,6%. Così come per la carne, le uova ed il latte. Ad aumentare anche il costo delle bevande: + 5,4%. In media, dunque, ogni famiglia arriverà a spendere 300 euro in più per fare la spesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.