La paralisi della burocrazia

Il colpevole principale della tragedia di Genova? L'ingegnere Riccardo Morandi. Gioco facile e imbarazzante vista la sua oggettiva impossibilità a difendersi. Ovviamente il problema è assai più complesso.

E che si intenda eluderlo con il rimbalzo di responsabilità appartiene allo storico e miope rapporto che intercorre in questo Paese a proposito di relazioni viziose fra pubblico e privato. Anche l'ultima vicenda del crollo del tetto della chiesa nel centro storico di Roma è figlia di quel modo di pensare e «praticare»: ritardi, burocrazia iniqua, gestione pubblica inefficace e inefficiente. Si pensi che i monumenti presenti nelle vicinanze sono in capo per la tutela e il restauro ad enti diversi. Con le conseguenze facilmente immaginabili. L'assenza di interventi è sempre attribuibile ad un altro Prendiamo la mail di autostrade per l'Italia? Rappresenta il classico trasferimento di responsabilità. Ovvio, quello scritto non assolve di certo la società. Tuttavia, esso dice del corto circuito di cui è vittima il cittadino/contribuente. Chi l'avrà mai ricevuta? Chi l'avrà letta? Solo punti interrogativi!

A Genova non ha fallito il liberismo che sostiene la buona pratica delle privatizzazioni, ma la via italiana alle privatizzazioni. Il sistema misto pubblico-privato non funziona. Troppe incoerenze e vizi. Nella burocrazia e nei ministeri operano ottime professionalità, ma se ad ogni cambio di esecutivo si ribalta tutto e si operano tagli senza alcun criterio, come è possibile che si lavori con giudizio? Le competenze devono essere messe in grado di operare.

I ritardi nei controlli rigorosi del pubblico vengono anche, se non soprattutto, da una macchina statale sempre più

ingolfata. Va combattuta la paralisi che regna nella pubblica amministrazione. In quelle stanze la confusione dei ruoli è massima, nessuno sa cosa deve fare. Urge una riforma della PA. Ma che sia vera!

www.pompeolocatelli.it

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica