Il partito della spesa non farà bene al Paese

Il partito della spesa non farà bene al Paese

Non vorrei vestire i panni della Cassandra, ma certo non mi aspetto granché di buono dal nuovo esecutivo. Temo bissi gli insuccessi dell'infausta esperienza precedente. A danno dell'economia reale, cioè imprese e famiglie. Quando, per ragioni di cadrega, una realtà statalista si allea a una realtà rabberciata ed espressione dell'antipolitica, sono da mettere in conto scelte non utili. I problemi economici da affrontare si manifestano in tutta la loro gravità. Il Paese vive nella precarietà e sfiducia. Ben venga il dialogo con l'Europa come auspica il presidente Mattarella, ma il dialogo in sé non può bastare senza l'avvio di una politica economica convincente.

Serve sicuramente a guadagnare tempo poi, però, si dovrebbe passare all'azione per provare a guarire il nostro Paese. È qui sta il problema. I giallo rossi non hanno nel proprio dna la cultura riformatrice di impronta liberale che servirebbe mettere in atto per avviare misure economiche coraggiose, di grande impatto. Che verrebbero salutate con soddisfazione anche dai partner europei e dai mercati. Invece, da quel che leggo, è prevedibile un inasprimento della tassazione, un incremento della spesa in barba al debito pubblico già elevatissimo, un ritorno all'assistenzialismo più sfrenato. Con queste ricette mi aspetto cattive notizie su Alitalia e Ilva. L'Italia così non riparte. Senza il via libera alle grandi opere e in assenza di un processo sostanziale di sburocratizzazione e di vere privatizzazioni l'Italia è destinata a essere l'osservato speciale dell'Europa.

L'opposizione responsabile, quella di matrice liberale, ha la grande occasione di incalzare in Parlamento il nuovo esecutivo. Senza strilli, ma entrando nel merito, con proposte illuminanti e illuminate. Al tempo dell'irrazionalità urge affermare il valore della politica responsabile. È così che si conquistano i cittadini/contribuenti!

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