Seri danni per lavoratori ed imprese a causa di un vuoto legislativo che ha provocato un taglio alla Cig di marzo. A denunciare il fatto è Unimpresa, che proprio lo scorso mese aveva sottoposto il problema all'attuale esecutivo, spiegando come si fosse creato un buco normativo nel passaggio fra la legge di bilancio 2021 ed il decreto Sostegni. Per la precisione, la prima norma prevede una prosecuzione della cassa integrazione causa Covid per 12 settimane, dal primo di gennaio fino al 25 marzo, mentre la seconda dispone 13 settimane di cassa integrazione per tutte le aziende e 28 per quelle attività non coperte da Cigo, ma a partire dal primo di aprile.
Da qui la richiesta di un immediato intervento da parte del governo e del ministro del Lavoro Andrea Orlando, così da "porre rimedio con un provvedimento ad hoc, che conceda retroattivamente la possibilità di recuperare queste risorse senza aggravare la situazione già drammatica delle aziende e dei loro lavoratori".
"Il grido di allarme lanciato da Unimpresa già lo scorso 22 marzo 2021 e le denunce provenienti dal mondo sindacale hanno lasciato a oggi del tutto indifferente il governo presieduto da Mario Draghi", ha commentato Giovanni Assi, consigliere nazionale di Unimpresa, come riportato da Agi, "che probabilmente trascura il danno immenso provocato in questi giorni ad imprese e lavoratori a causa di un buco normativo per la Cassa integrazione Covid-19".
Un danno per i lavoratori
Un vero e proprio pastrocchio normativo, quello spiegato da Assi. Tanti i lavoratori che saranno coperti dalla cig fino al 20 o al 25 marzo ma perderanno ogni sostegno almeno fino al 31 di marzo. "Ma non è finita qui", ha aggiunto Assi. "Per le aziende industriali che accedono alla cassa integrazione ordinaria il nuovo periodo di 13 settimane potrà partire solo dal 5 aprile 2021(e non dal 1 aprile) perché il sistema informatico Inps non concede la possibilità per queste aziende di fare richiesta in un giorno diverso dal lunedì ed il primo lunedì di aprile è il 5". Alla fine, dunque, ogni lavoratore perderà dai 3 agli 8 giorni di cassa integrazione, un danno che può attestarsi intorno ai 110 euro fino ad arrivare ai 280. A questo poi si dovranno aggiungere anche i giorni mancati di aprile."Somme che diventano mostruose", ha proseguito Giovanni Assi, "se moltiplicate per la platea di milioni di lavoratori in cassa integrazione in questi mesi". La paura è che questa cifra, che si aggira intorno ai 200-500 milioni, venga poi chiesta alle aziende.
Colpite 6 milioni di persone
"Il taglio interessa potenzialmente oltre sei milioni di persone", ha poi precisato il consigliere nazionale di Unimpresa al Messaggero. "La perdita dipende dal numero di giorni lavorativi rimasti effettivamente scoperti ed è compresa tra 110 e 280 euro". Adesso deve essere il ministero del Lavoro ad intervenire, rimediando all'errore in sede di conversione in legge del decreto Sostegni. In questo modo i cittadini colpiti potranno recuperare retroattivamente il denaro perso. I tempi, tuttavia, non saranno brevi. Se tutto dovesse andare a buon fine, si parla comunque del mese di giugno.
Da parte sua, l'Inps, che si occupa di erogare la cassa integrazione, ha fatto sapere che una volta apportate le dovute correzioni alla norma, i lavoratori potranno recuperare retroattivamente quanto perso nei giorni di marzo rimasti scorperti (dal 25 al 31).
"Poi ci sono gli imprenditori che negli ultimi giorni di marzo hanno messo in ferie i propri lavoratori senza più giorni di Cig a disposizione per non lasciarli a digiuno e che non avranno comunque diritto a nessun rimborso", ha ricordato Assi.Il ministero del Lavoro, tuttavia, al momento sembra temporeggiare.
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