La "patrimoniale occulta" sui conti correnti: quanto ci costa

La crescita dell’inflazione negli ultimi dodici mesi ha inciso per oltre 92 miliardi di euro nelle tasche dei contribuenti italiani

La "patrimoniale occulta" sui conti correnti: quanto ci costa

Il timore che la nostra economia possa scivolare lentamente verso la stagflazione, ossia il raggiungimento, contemporaneamente, di un'elevata inflazione e di una crescita bassa o nulla del prodotto, è fondato. Per la Cgia, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese, la svalutazione nell'ultimo anno è stata come una patrimoniale da 92 miliardi di euro sui conti correnti degli italiani. Un duro colpo che sta avendo conseguenze nefaste e senza precedenti, se si pensa che il sei per mille imposto in passato da Giuliano Amato costò diciotto volte di meno. Siamo giunti a questo punto poiché negli ultimi dodici mesi il tasso di interesse applicato dalle banche sui depositi è stato attorno allo zero e l'inflazione, invece, è cresciuta dell'8%.

Chi paga maggiormente il prezzo della crisi

Ad avere i maggiori problemi sono i risparmiatori delle regioni più ricche: in Lombardia la perdita di potere di acquisto è stata di 19,4 miliardi di euro, nel Lazio di 9,3, in Veneto di 8,3 e in Emilia Romagna di 8,12. Ma la luce in fondo al tunnel sembra ancora lontana. Con le difficoltà legate alla pandemia, agli effetti della guerra in Ucraina, all'aumento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici c’è il rischio, nel medio periodo, di veder scivolare la crescita economica verso lo zero, con una inflazione che, invece, potrebbe raggiungere a breve le due cifre.

Come contrastare la stagflazione?

Per la Cgia non è semplice invertire la rotta. Uno dei modi per evitare che l’inflazione continui a salire dipende dalle banche centrali, le quali dovrebbero contenere le misure espansive e aumentare i tassi di interesse, operazione che consentirebbe di diminuire la massa monetaria in circolazione. È chiaro che avendo un rapporto debito/Pil tra i più alti al mondo, con l'aumento dei tassi di interesse l'Italia registrerebbe un deciso incremento del costo del debito pubblico.

Le misure auspicabili

La Cgia consiglia di intervenire contemporaneamente almeno su altri tre versanti per evitare che i costi pesino sulle spalle degli italiani come una patrimoniale: attraverso il drastico calo della spesa corrente, poi con il taglio della pressione fiscale, unici strumenti efficaci in grado di stimolare i consumi e per questa via alimentare anche la domanda aggregata di beni e servizi.

Azioni, queste ultime, non facili da mettere in campo in misura importante, almeno fino a quando non verrà "rivisitato" il Patto di Stabilità a livello europeo. Infine, si dovrà assolutamente introdurre un tetto ai prezzi del gas e del carburante che in quest’ultimo anno mesi hanno contribuito in misura determinante a innalzare pericolosamente il livello di inflazione.

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