La pausa pranzo? Una stangata da quasi 300 euro al mese

Mezzo litro di acqua, piatto di pasta, macedonia e caffè ci costano 13,10 euro: 288,20 euro al mese, il 137% in più rispetto a quanto pagavamo nel 2001

La pausa pranzo? Una stangata da quasi 300 euro al mese

Sembra proprio che permettersi di godere la pausa pranzo in un locale di ristorazione, bar o self service sia diventato un lusso non per tutti. Calcolatrice in mano, l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato che per consumare un pasto tipo composto da mezzo litro di acqua, un piatto di pasta, la macedonia e un caffè servono 13,10 euro (6 euro per la pasta, 4 euro per il dessert al piatto), per una spesa complessiva di 288,20 euro al mese, il 137% in più rispetto a quanto pagavamo nel 2001. Considerati i salari medi in circolazione, la pausa pranzo arriva a costarci un quinto dello stipendio. Non stupisce quindi che in tempi di crisi, siano sempre di più i cittadini che rinunciano alla “pausa pranzo” nei punti self service/bar e preferiscono piuttosto portarsi il pranzo da casa. Una scelta sicuramente meno comoda, ma che permette un notevole risparmio: lo stesso pasto tipo preparato a casa, infatti, costa circa 3 euro, cioè il 77% in meno rispetto a quello acquistato. L’Osservatorio nazionale Federconsumatori ha analizzato nel dettaglio le singole portate, scoprendo così che un piatto di pasta costa in media 6,30 euro, con un aumento del 5% rispetto al 2012 e del 172% se confrontato ai prezzi del 2001; la carne al piatto costa 7 euro, il pesce al piatto 9,20 euro, con un aumento percentuale rispettivamente del 3% e del 2% in un anno (il 108% e 138% in più di quanto costavano nel 2001). Anche il cosiddetto pasto veloce non è stato esente da rincari. Se nel 2001 pagavamo un gelato 0,77 euro adesso che ne vogliono ben 3, ovvero il 290% in più. Stesso discorso vale per panini e tramezzini il cui prezzo si aggira intorno ai 3,30 euro per i primi e 2, 30 euro per secondi, rispettivamente il 113% e il 199% in più in confronto al 2001. La classica insalatona, tanto amata dalle donne, una volta era anche una scelta economica (nel 2011 cosata 3,36 euro), oggi continua forse a mantenere la promessa della linea ma per il portafogli non è certo un affare: il costo è arrivato a 9 euro, aumentando del 6% in più rispetto all’anno scorso.

Infine, anche la cara pizzetta rossa, ricordo d’infanzia di molti noi, è diventata un pasto economicamente di tutto rispetto, passando dai 77 centesimi del 2011 ai 2,50 euro di oggi, con un aumento del 4% rispetto all’anno scorso.

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