Permessi 104, cambiano le regole sul referente unico: ecco come

A modificare le regole sui permessi il decreto legislativo 105 del giugno scorso

Uno sportello dell'Inps
Uno sportello dell'Inps

Non più una sola persona quale referente unico ma la possibilità per più familiari di farne richieste. Cambiano le regole sui permessi 104 con l'Inps che chiarisce tutti gli aspetti con il messaggio n. 3096, in cui viene sancita l'eliminazione del principio del referente unico dell'assistenza per cui solo una persona del nucleo familiare poteva usufruire dei permessi previsti dalla 104 per assistere la persona a cui sono riconosciuti i diritti di legge, in casi di gravi disabilità, a ricevere una prestazione economica da parte dello Stato.

Vediamo di cosa si tratta e cosa cambia.

Come funziona la legge 104 e cosa cambia

La legge 5 febbraio 1992, n. 104, nota come Legge 104, è una legge-quadro per "l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate è una legge della Repubblica Italiana che detta i principi dell'ordinamento in materia di diritti, integrazione sociale e assistenza della persona disabile".

La 104, quindi, si occupa la legge si occupa dell'assistenza, dell'integrazione sociale e, più in generale, dei diritti della persona con handicap tra cui alcune agevolazioni tra cui quelle lavorative, per i genitori e di tipo fiscale.

Una di queste è la possibilità di avere una figura riconosciuta come di supporto a cui sono rivolti, nel caso in cui si tratti di lavoratori dipendenti, i cosiddetti permessi 104. Come ricorda l'Inps, difatti, i lavoratori disabili in situazione di gravità o i lavoratori con familiari disabili in situazione di gravità possono beneficiare di permessi retribuiti.

Tali permessi 104 retribuiti spettano ai lavoratori dipendenti:

  • disabili in situazione di gravità;
  • genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità;
  • coniuge, parte dell’unione civile, convivente di fatto (articolo 1, commi 36 e 37, legge 76/2016), parenti o affini entro il terzo grado di familiari disabili in situazione di gravità.

Il decreto legislativo del 30 giugno 2022, n. 105, di attuazione alla direttiva (UE) 2019/1158, "al fine di conciliare l’attività lavorativa e la vita privata per i genitori e i prestatori di assistenza, nonché di conseguire la condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare, ha introdotto alcune novità normative in materia di permessi di cui all’articolo 33 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e di congedo straordinario di cui all’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151".

Nello specifico, il D.lgs 105 a partire dal 13 agosto ha modificato la possibilità di avere un unico referente sui permessi 104, rendendo possibile che sia più di un lavoratore dipendente ad avere la possibilità di fruire dei giorni di permesso per l’assistenza alla stessa persona in situazione di disabilità grave.

Cosa si rischia se si usano i permessi in modo “sbagliato”

La fruizione del congedo straordinario e dei permessi 104/92 è un diritto dei lavoratori dipendenti ma non è possibile prendersi il congedo con la sola comunicazione al datore di lavoro ma è necessario presentare anche la domanda all’Inps e attendere che l’istituto lo autorizzi.

Inoltre le ore di permesso possono essere

utilizzate sempre e solo per l’interesse della persona con disabilità e mai, dunque, per motivi personali.

In entrambi i casi, difatti, si rischia il licenziamento come evidenziato da alcune sentenze delle Corte Costituzionale.

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