"Il petrolio dell'Europa è il suo risparmio. Regole da cambiare"

Gros-Pietro (Intesa) chiede di ritirare subito il regolamento Fida: "Favorisce le big tech"

"Il petrolio dell'Europa è il suo risparmio. Regole da cambiare"
00:00 00:00

Il Vecchio continente ha un importantissimo e vasto giacimento da complessivi 33mila miliardi di euro. A tanto ammontano i risparmi made in Europe. Un tesoro che va preservato. «Quando parliamo di transizioni green e digitali ci viene sempre fatto presente che c'è un problema che ci mancano i giacimenti, le terre rare, ma in Europa abbiamo un giacimento importantissimo che è il risparmio», ha spiegato presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, nel corso del convegno di Assonime tenutosi ieri presso Borsa Italiana.

Numeri alla mano, gli europei sono decisamente virtuosi in termini di capacità di risparmio con un rapporto particolarmente elevato tra lo stock di risparmio e il flusso di reddito. Un punto di forza rispetto al resto del mondo che secondo il presidente di Intesa Sanpaolo rischia di essere vanificato da «stupide disposizioni» scritte a livello europeo. Il riferimento è al regolamento Fida (Financial Data Access) proposto dalla Commissione Ue per la condivisione dei dati finanziari all'interno dell'Unione. L'intento di Bruxelles è creare un sistema di open finance, basato sulla condivisione dei dati degli utenti tra banche, intermediari finanziari, assicurazioni e fintech. Il timore delle banche è che si tramuti in un autogol a tutto vantaggio degli attori maggiormente interessati a questi dati, ossia giganti tecnologiche non europei. Gros-Pietro ha fatto tre nomi esemplificativi, due americane (Amazon, Google) e una cinese (Tencent) che verrebbero «gratuitamente» in possesso di un universo di dati - raccolti, verificati, aggiornati e selezionati - capaci di fornire una visione completa dei profili dei clienti. Non solo. A trarre potenzialmente vantaggio dal regolamento Fida potrebbero essere anche i grandi gestori di fondi che con le nuove regole avrebbero libero accesso ai dati dei clienti europei e quindi la strada spianata per proporre loro i propri prodotti di investimento. «Così si drenerebbero ulteriormente i risparmi degli europei verso investimenti in paesi terzi», è la chiosa di Gros-Pietro che caldeggia il ritiro o almeno un radicale cambiamento per tener conto del profondo cambio di contesto storico rispetto a quello durante il quale il regolamento era stato concepito. Sulla stessa lunghezza d'onda Pier Carlo Padoan, presidente di Unicredit, che ha parlato apertamente di eccesso di risparmio «che regolarmente l'Europa regala fuori, in primo luogo agli Usa. Noi siamo un'economia che produce ricchezza, ma che poi la perde».

Altro punto di debolezza dell'Europa è l'assenza di un mercato unico dei capitali, ossia un mercato finanziario integrato Ue con regole e vigilanza comuni, in grado di finanziare l'economia. «Il dazio più grande è quello che l'Europa si è autoimposta rinunciando a creare un mercato unico dei capitali - ha rimarcato il sottosegretario all'Economia, Federico Freni - .

Gli ordinamenti nazionali potranno essere riformati all'infinito, ma finché non troveranno un minimo comune denominatore questo mercato non avrà neppure la possibilità di sopravvivere. L'integrazione europea è l'unica opzione possibile».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica