La Borsa italiana manda in archivio un 2023 da incorniciare. Infatti, con un brillante +28% a 30.351 punti il suo paniere principale (il Ftse Mib) ha raggiunto livelli che non vedeva dal 2008, anno di deflagrazione della crisi di Lehman Brothers. Milano è stata la piazza finanziaria migliore al mondo, insieme a Tokyo. La sua capitalizzazione di mercato, ovvero il valore di tutte le società quotate, è arrivata fino a 761 miliardi di euro (+21,6% su un anno fa), pari al 39,4% del Prodotto interno lordo italiano.
Se da una parte è vero che la festa è condivisa da quasi tutti gli indici mondiali, bisogna però notare che Piazza Affari è riuscita a fare meglio dei suoi principali partner europei: il paniere di riferimento a Parigi ha fatto +16,5% e quello di Francoforte il +20,3%. Un'extra performance che è figlia di diversi fattori. Tra questi c'è la grande annata delle banche, che da sempre pesano molto in termini di capitalizzazione sul nostro paniere principale: basti pensare che Unicredit è l'azione più scambiata dell'anno per un controvalore di 74 miliardi. Ma non ci si può fermare solo a questo: i dati economici positivi del Paese, una politica finanziaria prudente portata avanti dal governo e il riscontro positivo delle agenzie di rating hanno fatto il resto, portando lo spread a raffreddarsi fino a quota 168 punti e questa è una gran notizia per un Paese che è alle prese con un debito pubblico pari al 140% del suo Pil.
Passando ai titoli migliori dell'anno non si può non notare come questi siano lo specchio di un mondo contraddistinto da rialzi dei tassi d'interesse e venti di guerra tra Ucraina e Israele: infatti, il big della difesa Leonardo, guidato da Roberto Cingolani (in foto), ha sbancato con un rialzo dell'85%, a pari merito con la sorprendente Unicredit di Andrea Orcel che ha convinto il mercato a suon di profitti record. Spiccano in classifica Stellantis con un +59,4%, Monte Paschi Siena sul +58,2%, Bper a +57,7% e poi ancora Ferrari (+52,4%). In un anno di fanfare, sono pochi i titoli ad aver avuto una performance negativa. Tra questi ci sono Diasorin (-28,5%), seguita da Fineco (-12,4%), alla quale non ha giovato la secca del risparmio gestito il quale ha dovuto affrontare la concorrenza spietata dei Btp. Chiude il podio, in negativo, Tenaris (-3,3%).
In attesa degli effetti del nuovo Ddl Capitali in via di approvazione, la Borsa nazionale ha mantenuto una buona vitalità: sono 429 le società quotate (sulle 414 di un anno fa) sui diversi listini di Piazza Affari, in corso d'anno si sono registrate 39 nuove ammissioni agli scambi di cui 36 Ipo (offerta pubblica iniziale di società che si quotano per la prima volta). E a proposito di nuove quotazioni ieri ha debuttato un tris di matricole sull'Euronext Growth Milan, ovvero il listino dedicato alle piccole e medie imprese: è andato bene il primo giorno di contrattazioni per la napoletana Edizioni Simone (+9%). Debutto anche per Lemon Sistemi, specializzata in pannelli fotovoltaici e termoidraulici, che al primo giorno piazza un guizzo del 47,2 per cento. Chiude il terzetto la società di software Yakkyo, che si è listata riservando la negoziazione delle azioni ordinarie solo a investitori professionali.
Nel dettaglio, sono 203 le società sul mercato Euronext Growth Milan.
Il nostro panorama borsistico è poi completato dalle 225 società sul mercato principale Euronext Milan (di cui 72 sul segmento Star), più un fondo sul mercato Miv (riservato alle società che costituiscono veicolo di investimento). La Borsa di Milano fa parte del circuito paneuropeo Euronext,che ieri ha diffuso i numeri della sua attività che ha visto quotarsi 64 società (prima in Europa) per 2,5 miliardi di raccolta complessiva.
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