Le previsioni di autunno del Centro studi di Confindustria (CsC) indicano una «risalita più forte delle attese»: il Pil nel 2021 è visto in aumento del 6,1% e in crescita di un ulteriore 4,1% l'anno prossimo. È una «robusta ripartenza che riporterà la nostra economia sopra i livelli pre-crisi già nella prima metà del 2022 e non alla fine del prossimo anno come precedentemente stimato». Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha ribadito che «la guardia va tenuta alta» in vista della legge di Bilancio. Occorre stanziare «risorse per sostenere la transizione energetica ed ambientale» e «per attuare le riforme strutturali». Inoltre la manovra non deve prevedere «nuove tasse», ci sono gli spazi per una legge di Bilancio espansiva, visto che si possono liberare risorse per una manovra da 22,7 miliardi. Secondo Bonomi, è necessario che siano «adeguatamente finanziate le riforme di accompagnamento» al Pnrr su fisco, ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro. Con la riforma fiscale «va ridotta l'imposizione su imprese e lavoro, tagliando il cuneo fiscale», ha aggiunto chiedendo ancora la totale cancellazione dell'Irap.
Il CsC ha evidenziato, inoltre, che l'occupazione è sulla strada per tornare il prossimo anno sui livelli persi con la crisi Covid: il numero totale di persone occupate «è previsto crescere dello 0,3%, in media d'anno». La «vera sfida», ha concluso Bonomi, è «fare in modo che il tasso di crescita del Pil italiano dal 2022 in avanti sia solido e duraturo».
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